Caso Banksy, la società querela l'autore dell'esposto: «Solo notizie false»

Mercoledì 20 Marzo 2024 di Michele Fullin
Le due opere contestate

MESTRE - La polemica sui presunti falsi Banksy sembra alla fine aver giovato alla mostra in corso al museo M9. Ne parlano tutti e sempre più persone desiderano visitarla o vorrebbero farla nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
Tuttavia MetaMorfosi Eventi, la società che ha allestito la mostra, intende proseguire per le vie legali dopo l’esposto presentato in Procura dal curatore romano (ed esperto dello street artist di Bristol) Stefano Antonelli. Una decisione che lunedì era stata lasciata intendere in modo abbastanza netto e che ora diventa realtà.
Il presidente della società, Pietro Folena, ha dato mandato agli avvocati di procedere con una querela. Lunedì aveva fatto ritirare spontaneamente le due opere “incriminate”: Dismaland 3D Rat" e "Dismaland Monkey TNT. Opere che gli allestitori avevano indicato non come produzione di Banksy ma come reperti/souvenir dell’evento Dismaland, quello sì organizzato da Banksy.


LA QUERELA
«L’esposto che riporta notizie false, le dichiarazioni rese in questi giorni ai mezzi di comunicazione e le azioni messe in atto da Antonelli - si legge nella nota ufficiale - configurano una gravissima lesione della credibilità del nostro gruppo.
La decisione di ritirare preventivamente dall’esposizione le opere contestate, pur in assenza di qualsiasi procedimento giudiziario, per metterle a disposizione delle autorità competenti al fine di compiere le verifiche necessarie, è una manifestazione di senso di responsabilità e di rispetto per l’opinione pubblica a cui l’iniziativa di Antonelli, non pago dello strascico di cause e sequestri che la sua società A&M Antonelli e Marziani S.r.l. ha recentemente subito per una mostra a Lecce, ha trasmesso informazioni false e distorte».
Il fatto cui si riferisce Folena riguarda una mostra su Banksy che si era giusa il 30 settembre totalizzando 15mila visitatori. Per l’uso degli spazi delle Mura Urbiche del capoluogo salentino, la A & M avrebbe dovuto corrispondere 43mila euro. Soldi che il creditore non aveva incassato e che per questo aveva chiesto e ottenuto il sequestro preventivo di 27 opere facenti parte della mostra, poi restituite. Infine è stata presentata un’istanza di fallimento.
Questo per comprendere come spesso attorno ad eventi che coinvolgono indirettamente lo street artist più famoso, ci sono anche colpi bassi e veleni.


LA COMMISSIONE
Ieri intanto, la commissione consiliare VI e X ha fatto un sopralluogo-visita all’M9 conversando prima con il presidente della Fondazione, Michele Bugliesi e poi con la direttrice Serena Bertolucci.
Contrariamente a quello che si poteva supporre, l’aspetto della polemica è stato toccato solamente di striscio, con Bertolucci che è apparsa visibilmente seccata agli occhi di alcuni consiglieri a causa della pubblicità indesiderata arrivata dall’esposto di Antonelli, con cui tra l’altro in passato aveva collaborato per l’allestimento di una mostra a Genova ormai sei anni fa.
«Ha affrontato l’argomento solo marginalmente - racconta il presidente della Decima commissione, Matteo Senno - limitandosi a spiegare come sia difficile che esistano falsi di artisti ancora in vita.

Per il resto, la mostra è stata davvero interessante. Non l’avevo vista prima e devo dire che fa pensare sui grandi temi globali, comunque uno la pensi».

Ultimo aggiornamento: 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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