Svelati i tesori della ex chiesa Gesuiti

Martedì 24 Novembre 2020
Svelati i tesori della ex chiesa Gesuiti
IL CANTIERE
BELLUNO È stato fatto il getto al piano terra e creati i pozzetti per il riscaldamento sul pavimento. Al primo piano la sala si è mostrata con tutta la sua imponenza: 500 metri quadrati ben soleggiati. Sta prendendo forma la piazza coperta e la sala polifunzionale che sono l'oggetto del recupero dell'ex chiesa dei Gesuiti, nel complesso della ex caserma Tasso. Da giugno, mese in cui è avvenuta la consegna del cantiere, la ditta Deon di Belluno, capofila dell'Associazione temporanea di imprese aggiudicataria (la bellunese Idealfer di Fonzaso, la Cogei Costruzioni di Bologna e la Lithos di Venezia), e i restauratori, che hanno il compito di intervenire per valorizzare l'esistente, sono all'opera. L'ex chiesa dei gesuiti rientra nel Progetto Belluno di rigenerazione urbana il cui costo di realizzazione prevede la spesa di 1,5 milioni di euro.
STATO DELL'ARTE
Si prevedono, come detto, la realizzazione di una piazza coperta al piano terra e di una sala polifunzionale di 500 mq al primo piano. Il tempo per il recupero della struttura è di un anno, quindi si pensa all'estate 2021. Ieri l'accertamento dello stato dei lavori nel sopralluogo dell'assessore all'Urbanistica, Franco Frison, l'architetto Francesca Bogo, in rappresentanza del team dei progettisti e il capocantiere Stefano Brancher. «Due le novità più importanti che possiamo cogliere oggi ha spiegato Frison è stato fatto il getto a terra e si posso notare le bocche dei tre pozzetti per il riscaldamento a terra. Si è poi aperto il solaio che permette di cogliere la navata della chiesa». Prendono forma anche le scale per la sicurezza antincendio e anche la scalinata monumentale che condurrà al primo piano. L'assessore ha poi raccontato che stanno procedendo le trattative con il fondo immobiliare per acquisire delle piccole parti di una parete (in parte murata) che potrebbero restituire delle nicchie speculari da entrambi i lati delle navate e di un'area rivolta verso il parco Citta di Bologna. L'architetto Francesca Bogo ha ricordato come per le parti antiche «sarà usato lo stesso linguaggio di stile, mentre gli innesti moderni rimarranno ben visibili». I vari sondaggi stanno procedendo speditamente, il fabbricato è ben solido, fatta eccezione per due parti all'interno delle quali, in passato, si sono verificate piccole infiltrazioni d'acqua.
GLI SPAZI
La parte superiore alla ex chiesa dei gesuiti, invece, ha lasciato senza parole. Uno spazio enorme e una luce meravigliosa che proveniva dall'esterno. Per rendere l'idea, sembrava di trovarsi in una sala da ballo di epoche passate. Invece quello che per un periodo è stato perfino il deposito militare ora potrebbe avere gli scopi più diversi: una sala conferenze, ma anche un luogo per ricevimenti o quant'altro.
LA STORIA
Il Fai, qualche tempo fa, aprì lo stabile al pubblico, spiegando: «Il complesso venne eretto a partire dal 1704 su un progetto originale dell'architetto gesuita Andrea Pozzo (1642-1709) con l'annessa chiesa di San Ignazio, ridisegnata in forme più lineari ed innalzata a partire dal 1714 dall'austriaco Matthias Gremsel (XVII-XVIII secolo), allora al servizio dei conti Brandolini nel castello di Cison di Valmarino. Dopo la soppressione dei Gesuiti del 1773 l'intero complesso fu trasformato in scuola pubblica, ospitando anche qualche anno dopo il seminario dei chierici. Requisito nel 1797 dagli occupanti francesi per utilizzo militare. Dal 1854 al 1862 fu sede dell'Istituto militare e Inferiore asburgico, poi sede del Distretto militare provinciale fino al 1995». Dopo vari anni quell'edificio storico potrà essere utilizzato per nuove esigenze, regalando volumi importanti alla città: la data prevista è per l'estate del 2021.
Federica Fant
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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