West Nile, il Veneto diviso in zone bianche, gialle, arancioni e rosse. Piano da un milione di euro per la disinfestazione (e non solo) La mappa

Mercoledì 31 Agosto 2022 di Angela Pederiva
West Nile in Veneto
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Un piano straordinario contro il West Nile Virus in Veneto. L'ha approvato ieri la Giunta regionale, stanziando un milione di euro per un'attività urgente di disinfestazione (ma anche di diagnosi e di informazione, soldi aggiuntivi rispetto all'ordinario finanziamento annuale), che sarà svolta nei primi dieci giorni di settembre. «Siamo di fronte a un'emergenza sociale», hanno spiegato il presidente Luca Zaia e l'assessore Manuela Lanzarin, annunciando la suddivisione del territorio in zone bianche, gialle, arancioni e rosse a seconda del crescente grado di rischio e dunque di intervento.


I DATI
L'ultimo bollettino stilato dalla direzione Prevenzione contabilizza 227 casi, di cui 122 nel Padovano, 34 nel Trevigiano, 20 nel Veneziano, 18 in Polesine e nel Vicentino, 14 nel Veronese e 1 nel Bellunese.

I decessi registrato finora sono 14 (e giusto ieri c'è stato il primo in Friuli Venezia Giulia, una 93enne di Chions): le vittime avevano un'età media di 83,6 anni e per l'85,7% erano uomini. Di fronte a questi dati, è stato definito un programma d'intesa con il ministero della Salute e con l'Istituto superiore di sanità, con l'obiettivo di ridurre le nuove infezioni nella popolazione più a rischio. «Una mappa di valutazione del rischio è stato spiegato permetterà di indirizzare gli interventi, che saranno concentrati nei territori in cui si potrebbero verificare il maggior numero di casi nelle prossime settimane, sulla base dei dati di sorveglianza epidemiologica raccolti dalla Regione, dalle Ulss e dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie». Per ora sono 11 i Comuni in zona rossa, fra cui capoluoghi come Padova, Treviso, Venezia e Rovigo.


LE MISURE
Il pacchetto di misure include innanzi tutto interventi straordinari larvicidi nelle località a medio ed alto rischio, nonché adulticidi nei siti sensibili come parchi pubblici, strutture sociosanitarie e ospedali delle aree rosse e di quelle arancioni contigue, che per questo sono definite buffer (cioè tampone). Sono inoltre previsti il potenziamento della diagnostica di laboratorio e la definizione di interventi comunicativi finalizzati ad aumentare la percezione del rischio nella popolazione. Da un lato occorre infatti evitare la proliferazione delle zanzare, per questo vengono stilate queste raccomandazioni: non abbandonare oggetti e contenitori di qualsiasi natura e dimensioni nei quali possa raccogliersi l'acqua piovana (barattoli, bidoni, bacinelle, annaffiatoi, copertoni); svuotare giornalmente qualsiasi contenitore di uso comune con presenza di acqua e, se possibile, capovolgerlo; coprire ermeticamente (anche attraverso reti a maglie strette) i contenitori d'acqua inamovibili come bidoni e cisterne; effettuare una corretta disinfestazione delle larve in tombini, caditoie, fossi, con idonei prodotti larvicidi e con ripetizioni dei trattamenti. Dall'altro lato bisogna evitare il più possibile le punture di zanzare: all'aperto indossare indumenti di colore chiaro, leggeri e coprenti con maniche e pantaloni lunghi; utilizzare repellenti direttamente sulla pelle, ripetendo il trattamento con frequenza adeguata, evitando labbra, bocca, occhi e cute abrasa, mentre possono essere utilizzati sui vestiti per aumentarne l'effetto protettivo (per i bambini sotto i 2 anni l'indicazione è di usare prodotti a base di Paramatandiolo); applicare a porte e finestre le zanzariere a maglie strette o accendere i dispositivi elettro-emanatori di insetticidi liquidi o a piastrine.


LA STAGIONE
Il piano straordinario arriva verso la fine della stagione estiva: come mai non è stato varato prima? «Perché alla situazione epidemiologica che stiamo osservando risponde la direzione Prevenzione della Regione, guidata da Francesca Russo hanno contribuito fattori non prevedibili, quali la permanenza dello stato di siccità che ha avvicinato il vettore all'uomo, la presenza di uccelli, che costituiscono il serbatoio del virus, più infetti rispetto agli altri anni e la contemporanea circolazione di due sottotipi di virus». È stato precisato che in questa fase di emergenza, nelle zone ad alto e medio rischio, i Comuni e le Ulss metteranno a disposizione i larvicidi anche in tutte le aree private. Apprezzamento è stato espresso da Federalberghi Veneto con il presidente Massimiliano Schiavon: «Si tratta di un segnale rassicurante anche nei confronti dei turisti presenti e in arrivo che sanno di arrivare in un territorio sicuro e preparato ad affrontare questo virus. In questo modo si mette un argine anche all'allarmismo che poteva creare dei danni al turismo in questa fase conclusiva della stagione».

Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 11:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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