Allarme West Nile, crescono i casi nel veneziano: «12 persone con patologia grave in ospedale»

Martedì 30 Agosto 2022 di Alvise Sperandio
Allarme West Nile, crescono i casi nel veneziano: «12 casi gravi ricoverati in ospedale»

MESTRE - Crescono i casi di West Nile nel Veneziano, mentre ieri mattina e stanotte è stata effettuata l'ampia disinfestazione prevista tra Malcontenta e Oriago, a cavallo dei Comuni di Venezia e Mira, a seguito dell'ultimo focolaio registrato dall'Ulss 3 Serenissima, con cinque casi conclamati d'infezione.

In tutto, finora, da inizio estate l'azienda sanitaria ha contato 68 segnalazioni di casi che, sulla base dei sintomi, potevano far sospettare un'infezione da febbre del Nilo. Di questi, ne sono stati accertati esattamente la metà: 34, i quali, a loro volta, vanno così suddivisi: 7 senza sintomi e 27 con sintomi. Tra questi ultimi ci sono anche 16 forme neuroinvasive, meningiti o encefaliti, che in quattro casi hanno purtroppo portato alla morte dei pazienti, già note nei giorni scorsi.

Il trattamento

I 12 che attualmente presentano la patologia più grave, si trovano tutti ricoverati in ospedale, ma per fortuna nessuno è in rianimazione o in pericolo di vita. Gli altri 9 hanno sintomi di febbre e simili all'influenza. Interessante che i 7 senza sintomi, che pertanto mai avrebbero saputo di avere il virus, siano stati individuati in quanto donatori di sangue che si sono sottoposti ai controlli di routine in vista della periodica donazione (ovviamente stoppata), presso il Centro trasfusionale dell'Angelo. E, dunque, numeri alla mano anche la provincia di Venezia non è immune all'ondata di West Nile che sta interessando un po' tutto il Veneto, con epicentro soprattutto a Padova. «A ogni nuovo caso scatta la geolocalizzazione del luogo di residenza dell'interessato e anche la verifica delle sue frequentazioni», dice Vittorio Selle, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 3. Il contagio non è mai diretto tra persone, perché a infettare è piuttosto la puntura della zanzara comune del tipo Culex Pipiens che fa da vettore trasportando il virus dal contagiato punto in prima battuta, agli altri soggetti che punge dopo. Colpisce soprattutto dall'imbrunire in poi e di notte. Non essendoci un vaccino o un farmaco specifico, la strategia migliore per prevenire la West Nile è proteggersi dalle zanzare e quindi è importante indossare vestiti lunghi e usare dei repellenti perché, spiega Selle, «a puntura di zanzara talvolta può anche non essere quell'evento banale che tutti conosciamo, ci provoca un po' di prurito e poi passa».

Ieri, tra Malcontenta e Oriago, è stata effettuata la prevista disinfestazione a seguito degli ultimi casi emersi: al mattino quella di tipo larvicida, con prodotti distribuiti sui tombini, caditoie e terreni, per eliminare eventuali nuove larve; la notte, invece, con l'adulticida, mediante vaporizzatore la nuvola d'insetticida sparata dal furgone passato per le strade durante le ore piccole per, a sua volta, uccidere le zanzare già adulte e volanti. «Di solito nelle zone rurali è sufficiente il trattamento larvicida. In quelle urbane più abitate, si rende necessario aggiungere l'adulticida», sottolinea Barbara Palazzi, medico igienista. L'azione adulticida è richiesta quando è necessario un intervento più drastico a garanzia della sicurezza e dell'incolumità pubblica. La notizia della diffusione di un nuovo cluster tale è quando il secondo caso riscontrato si trova nel raggio di due chilometri dal luogo di residenza del primo ed entro i 15 giorni dal manifestarsi dei sintomi di questo caso indice ha messo in preallarme la popolazione di Malcontenta, tanto più quando si è saputo che in realtà i focolai sono due, l'uno successivo all'altro, con la medesima origine: il paziente di 90 anni ricoverato in ospedale a Mirano che, suo malgrado, evidentemente è stato punto da zanzare che hanno poi infettato quattro altre persone, di cui due sono state ricoverate. La West Nile è patologia estiva legata alla proliferazione delle zanzare. «Il cambio di stagione porterà una riduzione, soprattutto per l'avvento delle piogge», osserva Francesca Capretta, igienista. In attesa dell'autunno, l'allerta non può che rimanere alta.

 

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