A Venezia il sistema Usa anti-cafoni: ​«Esci dalla cella se paghi»

Domenica 15 Agosto 2021 di Davide Tamiello
A Venezia il sistema Usa anti-cafoni
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VENEZIA - C'è già un disegno di legge ma è fermo in parlamento da 4 anni. Il ritorno della moda dei tuffi dai ponti (l'altra notte, all'Accademia, l'ultima bravata con un 33enne scozzese denunciato) ha spinto il primo cittadino Luigi Brugnaro a rispolverarlo: l'idea è quella di una cella di sicurezza per i comportamenti molesti o lesivi del decoro e della sicurezza.

Niente sindaco-sceriffo, però, perché nel disegno di legge presentato nel 2017 alla Camera dal deputato Andrea Causin con l'appoggio del ministro Renato Brunetta (Fi) e Maurizio Lupi (Ncd-Ap) e predisposto dal comandante della polizia locale Marco Agostini, il protagonista è il giudice di pace. Questi potrà decidere sugli illeciti costituiti da comportamenti lesivi del bene giuridico sicurezza urbana e riconoscere la facoltà di infliggere una nuova forma di sanzione che consiste nella permanenza presso la polizia giudiziaria fino ad un massimo di 10 giorni. 

«A SPESE DEL COMUNE»

«Il senso della proposta - spiega Brugnaro - è alleggerire la magistratura ordinaria di tutti quei reati minori che normalmente arrivano a giudizio dopo anni. Avevamo presentato nel 2017 una proposta firmata da Brunetta e Causin che poi si è arenata, ma voglio riportarla avanti. Non voglio che sia una iniziativa di parte o di bandiera, cerco il più ampio consenso perché la ritengo una misura di buon senso. L'obiettivo è codificare una serie di reati minori, che vanno dal piccolo furto all'oltraggio, dalla violazione delle norme di decoro a comportamenti provocatori, in modo che chi se ne rende responsabile non debba attendere anni. «La proposta è che questi reati siano di competenza del giudice di pace che, pagato dalle amministrazioni locali (Città metropolitane o grandi città), valuti caso per caso. Chi si rende responsabile di atti come i tuffi dai ponti a Venezia, se riconosciuto colpevole, si fa una o più notti in cella. Tutto a spese dei Comuni, alla Giustizia non costerà nulla. Noi al Tronchetto abbiamo ricavato giù sette celle. Quello che va evitato è l'impunità dovuta alla farraginosità della macchina della giustizia. Non c'è alcun intento di creare sindaci sceriffi o chissà cosa, solo penso una correlazione tra comportamento illegale e sanzione». Un sistema che ricorda molto quello statunitense, anche perché introduce il concetto di cauzione. «Se uno poi vuole uscire prima dalla cella paga, ma credo che dopo una notte in cella uno ci pensa due volte prima di rifarlo. Ormai nelle nostre città questi comportamenti sfuggono, eppure chi ne è vittima spesso diventa vittima due volte perché non ha la certezza che chi li compie non possa rifarlo».


I REATI

A quali comportamenti, dunque, si applicherebbe? La legge ne individua nove: prostituzione di strada, accattonaggio molesto, abuso di assunzione di sostanze alcoliche o stupefacenti, danneggiamento di edifici pubblici e privati, occupazione di suolo pubblico o l'invasione di edifici abbandonati, assunzione di sostanze stupefacenti in luogo pubblico, commercio abusivo su suolo pubblico, atti contrari alla pubblica decenza e occupazione del suolo pubblico.

Ultimo aggiornamento: 13:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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