Strage del bus a Mestre. Gli sposi, i fidanzati, i fratellini: le famiglie spezzate dalla tragedia

Giovedì 5 Ottobre 2023 di Angela Pederiva
Strage del bus a Mestre. Gli sposi, i fidanzati, i fratellini: le famiglie spezzate dalla tragedia

MESTRE (VENEZIA) - Antonela e Marko, sposi croati in viaggio di nozze e in attesa di un figlio, che non nascerà mai: lei non ce l’ha fatta, lui è sopravvissuto. Lucie e Siddharta, fidanzati e plurilaureati: la francese è ricoverata, il tedesco è spirato. Emilia e Oliver, fratellini germanofoni a cui sono rimasti papà Walther e pure il cagnolino, ma non la mamma.

Sono alcuni dei legami spezzati dalla strage del bus. Storie di vita prima della morte, ricostruite in queste difficili ore di identificazione delle vittime e di cure ai 15 feriti che lottano per sopravvivere.


UN MONDO

C'era un mondo dentro quel pullman. Oltre all'autista trevigiano 40enne Alberto Rizzotto, unico italiano, risultano deceduti gli ucraini Liubov Shyshkarova di 30 anni, Vasyl Lomakyn di 70, Daria Lomakina di 10, Tetiana Beskorovainova di 65, Iryna Paschenko di 30 , Yuliia Niemova di 30, Serhii Beskorovainov di 70, Anastasiia Morozova di 12 e Dmytro Sierov di 33, la sudafricana Annette Pearly Arendse di 58, i portoghesi Maciel Arnaud di 56 e Gualter Augusto Carvalhido Maio di 58, la tedesca Charlotte Nima Frommerherz di un anno e mezzo, la croata Anne Eleen Berger di 32, la famiglia romena Ogrezeanu composta Aurora Maria di 8 anni, Georgiana Elena di 13, Mihaela Loredana di 42 e Mircea Gabriel di 45. Dopodiché in ospedale ci sono altri tedeschi (o forse austriaci), una francese, due spagnoli, ulteriori ucraini, un croato. Quest'ultimo, in Terapia intensiva a Mirano dov'è stato sottoposto a un intervento chirurgico, è Marko "Guma" Bakovi. Il centrocampista dell'Hnk Sloga Mravince ha 24 anni, come quelli che aveva la sua neo-moglie Antonela "Nela" Perkovi, che era al settimo mese di gravidanza. I due giovani erano in viaggio di nozze: lui di Spalato con un diploma turistico e lei di Salona con una licenza artigianale, si erano sposati il 10 settembre, appena tre settimane fa.


CON IL CAGNOLINO
C’è il cagnolino a fare compagnia alla piccola Emilia Berger di 3 anni, ricoverata a Treviso con una gamba fratturata e dolori all’addome. A salvare la bimba e il suo amico a quattro zampe erano stati due operai della Fincantieri, il gambiano Boubacar Touré e il nigeriano Godstime Erheneden, che ieri è scoppiato a piangere per la contentezza: «È viva? Davvero? Grazie a Dio». Anche suo fratello Oliver, di 13 anni, dovrebbe cavarsela: è in Chirurgia pediatrica con il mal di schiena. Il loro padre Walther Bastian è intubato con un trauma toracico e un braccio rotto, mentre la madre purtroppo è mancata. «Ai due bambini è garantita un’assistenza psicologica 24 ore su 24 – specifica Sergio Cassella, coordinatore del servizio di supporto psicologico dell’Ulss 2 Marca Trevigiana –. Così come alla 33enne ucraina che sta sperando con tutte le sue forze che la figlia di 4 anni, trasferita a Padova, riesca a salvarsi». Si tratta di Caterina Sierova, intubata con fratture, traumi e lesioni: la sua piccola Anastasia si trova in Terapia intensiva pediatrica con politraumi e ustioni, sotto sedazione e costantemente monitorata dall’équipe della professoressa Angela Amigoni. 


LE USTIONI
Tra il Ca’ Foncello di Treviso e il policlinico dell’Azienda ospedaliera di Padova si dividono le sorti di due spagnoli: il 49enne Miguel Angel Rodriguez Mendez è in Terapia intensiva con trauma toracico ed è sotto choc, mentre sua moglie (o sua sorella, le informazioni fino a sera erano contrastanti) Rosalia di 52 anni nella notte è stata trasferita al Centro grandi ustioni ed è in condizioni critiche. «È una tragedia immane, che lascia senza parole, ma siamo abituati a gestire emergenze di questo tipo e a non farci prendere dall’aspetto emotivo – afferma Ivo Tiberio, direttore della Rianimazione centrale, che sta seguendo il suo caso –. Le ustioni associate a politraumatismi in realtà non sono eventi così rari, spesso si riscontrano negli incidenti sul lavoro. Sono patologie lunghe e complesse, si può andare incontro a esiti invalidanti o a morte. Per trattare i pazienti uniamo la rianimazione cardiocircolatoria per contrastare l’insufficienza d’organo, al trattamento chirurgico delle ustioni». La direzione dell’Azienda ospedaliera è in contatto con il Consolato spagnolo, i parenti sono stati avvisati e l’ospedale è pronto per accoglierli. Ieri sia Anastasia che Rosalia sono entrate in sala operatoria per le delicate attività di medicazione delle ustioni e in camera iperbarica per accelerare il processo di cicatrizzazione e la cura delle ferite. Dopo essere state sottoposte a Tac e risonanza, i medici hanno tenuto sotto controllo anche la formazione di eventuali ematomi. La bimba era arrivata all’ospedale universitario alle 20.30 di martedì, direttamente dal luogo dell’incidente, a bordo di un elicottero del Suem di Treviso. La 52enne spagnola, invece, è giunta dopo le 22 sempre in elisoccorso dall’ospedale trevigiano. Il direttore generale Giuseppe Dal Ben ieri mattina ha visitato le pazienti in Terapia intensiva pediatrica e in Rianimazione centrale, per sincerarsi delle loro condizioni. Visibilmente scosso, il dg ha cancellato incontri e conferenze stampa in programma: «Siamo preoccupati, aspettiamo le prossime 24 ore, le pazienti sono in Terapia intensiva con ustioni e politraumi. Chi arriva a Padova, lo sappiamo, arriva in condizioni disperate. Stiamo facendo di tutto e di più per salvarle. Grazie al personale medico e sanitario che sin dai primi istanti si è messo a disposizione per far fronte a questa tragedia, con impegno e dedizione, anche oltre il proprio turno di lavoro».


DA ACCERTARE
Nel frattempo alla Rianimazione di Padova è stata trasferita una donna caucasica, dell’apparente età di 30 anni, con traumi e ustioni: la ferita non aveva documenti con sé. Rimane da accertare pure l’identità di un’altra giovane, più o meno della stessa età, intubata con fratture a Mestre. Sempre all’Angelo c’è il tedesco Nico Volkman di 28 anni, il quale chiede continuamente notizie della compagna e del figlio, i quali sarebbero purtroppo deceduti; lui è in Chirurgia con vari traumi, ma già domani potrebbe essere dimesso. Cerca la figlia pure l’ucraina Katerina Morosova di 43 anni, in Terapia intensiva con fratture, mentre suo marito sarebbe rimasto fortunatamente incolume. 
Sono ricoverati nello stesso ospedale altri due loro connazionali: il 38enne Alessandro Lomakin, in Chirurgia toracica con traumi, e sua moglie Natalia Lomakina, 50enne in Terapia intensiva con fratture e ustioni. Vivi ma sconvolti, come tutti i sopravvissuti spiega Rita Lorio, responsabile della Psicologia all’ospedale di Mestre: «Sono in quella fase che noi chiamiamo “choc”, quindi hanno ricordi confusi e sono in stato di agitazione. È la fase tipica dell’evento traumatico. Non sono ancora nella consapevolezza di quello che è successo o di quello che potrebbero aver perso». Alcuni ricordano solo istanti di uno schianto che, già di suo, è durato un attimo, benché ora sia destinato a rimanere a lungo nella memoria di tutti

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Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 07:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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