In spiaggia non solo d'estate: il 2023 è l'anno record delle presenze fuori stagione

La Fondazione Think Tank Nord Est ha analizzato i dati dal 1999: mai così bene

Venerdì 26 Gennaio 2024 di Tiziano Graziottin
A Jesolo fuori stagione

VENEZIA - Sembrava una di quelle buone intenzioni da letterina per Babbo Natale, una di quelle promesse che sai di non poter mantenere e forse manco ci provi. Alla voce "allungamento della stagione estiva" abbiamo sentito per anni operatori, addetti ai lavori e amministratori affermare solennemente che il salto di qualità del comparto turistico balneare passava per la maggiore attrattività delle spiagge venete fuori dal periodo canonico giugno-settembre. Facile a dirsi e appunto, molto problematico a farsi visto che bisogna pur sempre dare al turista una buona ragione per andare al mare anche senza tintarella e bagno. Eppure, dai e dai, sviluppando diverse buone idee e passando anche attraverso qualche flop, i numeri ora regalano un raggio di sole anche fuori stagione. Lo certifica la Fondazione Think Tank Nord Est che, con la Fiera di Caorle alle porte (28-31 gennaio), ha diffuso una serie di dati estremamente interessanti perchè innervati da una riflessione su un arco temporale ampio 25 anni.

AL TOP IN 25 ANNI
Ebbene da questa analisi emerge che sta finalmente crescendo - lentamente certo, ma in modo significativo - il movimento turistico in primavera e in autunno nelle spiagge dell'Alto Adriatico (quindi parliamo di Cavallino, Jesolo, Bibione, Caorle ed Eraclea).

Lungo il litorale in parola «il numero dei pernottamenti - rileva il comunicato di Think Tank - in bassa stagione, cioè nei periodi gennaio-aprile e ottobre-dicembre, ha raggiunto il valore massimo proprio nell'anno da poco concluso. Nel 2023, le presenze da maggio a settembre sono state complessivamente 21,4 milioni, in aumento dell'1,2% rispetto all'anno scorso e leggermente superiori anche al 2019. Nei restanti sette mesi dell'anno, secondo le stime della Fondazione, si sono superati gli 1,2 milioni di pernottamenti, +26% sul 2022 e +11% sul 2019. Per la prima volta in assoluto, la quota percentuale del movimento turistico "fuori stagione" ha superato il 5% del totale».

INVESTIMENTI PREMIATI
Unendo i famosi puntini, pare dunque ci sia un riscontro che si legge in numeri e risultati degli investimenti massicci sulla destagionalizzazione fatti da alcuni comuni balneari: automatico il riferimento a Jesolo che, ad esempio, ha fatto registrare il tutto esaurito per tanti eventi sotto Natale; si ricordi la precisa politica di Bibione volta ad accreditarsi come centro del tempo libero e dello sport fuori stagione; si pensi allo sforzo di Cavallino per far conoscere in Italia e all'estero le proprie bellezze (il gioiello di Lio Piccolo, per dirne una) e le risorse collegate all'open air (la spettacolare ciclabile sulla laguna). «Dall'analisi della Fondazione - si sottolinea - si evince che, rispetto alla media del periodo 1999-2019, soprattutto i mesi di aprile e ottobre hanno evidenziato ottime performance nel 2023: aprile ha registrato un +56% di presenze, ottobre addirittura +118%. Positivi anche i risultati di settembre (+28%), maggio (+18%) giugno (+9%), mentre il bimestre estivo per eccellenza (luglio e agosto) ha evidenziato un leggero calo (rispettivamente -2% e -5%)». Ed è ancora più significativo il fatto che lo zoom di Fondazione Think Tank in un periodo più ristretto mostra come il trend crescente nei mesi di aprile e ottobre sia determinato soprattutto dai turisti stranieri: rispetto al decennio 2009-2019, nel 2023, in aprile, le presenze degli stranieri sono aumentate del 51% e quelle degli italiani del 33%; in ottobre si registra un +110% degli stranieri e un +80% degli italiani. Dati che Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est e del Distretto Turistico Venezia Orientale interpreta così: «I risultati del 2023 sono una cartina al tornasole: per essere premiati anche nei mesi non estivi bisogna fare, bisogna organizzare eventi di richiamo come ha saputo fare Jesolo, anche con una eccellente comunicazione. Chi resta chiuso "perchè tanto la gente fuori stagione non viene" è perdente. Per migliorare la redditività delle aziende, rendere più sostenibili gli investimenti e offrire contratti di lavoro più competitivi, le strutture ricettive dovrebbero rimanere aperte almeno 8 mesi».
 

Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 12:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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