VENEZIA - Il 2023 in Veneto dal punto di vista del turismo era partito alla grande, tanto da superare i dati record del 2019, ultimo anno dell’èra pre-pandemica: arrivi +0,8%, presenze +0,2%. Poi, però, è arrivato il caro-vita - le bollette della luce, la spesa al supermercato, l’ombrellone in spiaggia, tutto più caro - e, tra luglio e agosto, soprattutto nelle località balneari venete si è assistito ad un calo considerevole di ospiti, anche il 10 per cento in meno. Un fenomeno su cui hanno influito vari fattori, non ultima la scelta della Germania di dare un bonus di 800 euro a famiglia se si trascorrevano le vacanze in patria. Ma, inaspettatamente, anche se gli ombrelloni sono chiusi quasi ovunque, il bel tempo e l’insolito caldo hanno allungato la stagione a tutto settembre e alla prima metà di ottobre, tanto da pareggiare, se non addirittura aumentare, il calo agostano. Ne è convinto l’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, che ieri, al Laguna Palace a Mestre, ha inaugurato la ventiduesima edizione di Buy Veneto.
L’EVENTO
Buy Veneto è, per la Regione, uno degli appuntamenti internazionali più importanti in termini di promozione, valorizzazione e pianificazione turistica.
LA STIMA
Ma come sta andando il 2023? «I dati ufficiali del primo semestre sono positivi, addirittura superiori al periodo pre-Covid», ha detto Caner. E il terzo trimestre? Grazie alla sezione di Hospitality Data Intelligence dell’Osservatorio del Turismo - ha detto Caner - sono a disposizione i dati sul tasso di occupazione delle camere in tempo reale: «Come sappiamo il mese di maggio e le prime settimane di giugno sono state interessate dal maltempo, il che ha ritardato l’inizio della stagione estiva che tuttavia ha potuto prolungarsi grazie a un bel settembre». Nel complesso, le città d’arte, la montagna e le terme hanno registrato dati migliori nel confronto con l’anno precedente (nel 2022, tra l’altro, il boom c’era stato solo a luglio e agosto, con tassi di occupazione delle strutture ricettive tra il 95 e il 99%), anche se con un lieve calo nel mese di agosto. Il tasso di occupazione medio nell’estate 2023 è stato del 78,8% nelle città d’arte, 65,2% in montagna, 75,4% alle terme. Il mare e il lago, con riferimento alle strutture ricettive, hanno visto però una flessione anche nei mesi di giugno e luglio, con punte del -10%. La previsione, complici il bel tempo di settembre e di questi primi giorni di ottobre, è però di chiudere l’anno «meglio ancora del 2019».
LO SPORT
Appunto: ma se c’è il sole e fa caldo, perché le spiagge hanno chiuso comunque i battenti? «Gli operatori devono programmare per tempo il lavoro, i dipendenti sono stagionali, molte attività come i negozi sono in affitto. Ma è indubbio che ci saranno cambiamenti, i primi a modificare i contratti per non perdere clienti e ricavi saranno gli stessi operatori».
Prima regione turistica d’Italia con 18 miliardi di fatturato e, nel 2022, 66 milioni di presenze, il Veneto punta a inventare nuovi prodotti per catturare i visitatori. «Stiamo puntando molto sullo sport - ha detto l’assessore -, basti pensare che il percorso della Coppa del Mondo Gravel sarà riproposto per il cicloturismo. E lo stesso dicasi per sostenere l’agricoltura».