Sissy, la testimonianza dell'agente di polizia penitenziaria che ha indagato: «Caso tabù in carcere, ho ricevuto pesanti minacce»

Giovedì 7 Dicembre 2023 di Redazione
Sissy, la testimonianza dell'agente di polizia penitenziaria che ha indagato: «Caso tabù in carcere, ho ricevuto pesanti minacce»

VENEZIA - «All'interno del carcere della Giudecca l'argomento Sissy era un tabù: quando arrivai chiesi informazioni e mi dissero di farmi gli affari miei».
Al processo per calunnia, che vede imputata una detenuta per aver falsamente indicato in un'agente di polizia penitenziaria la responsabile dell'uccisione della collega Maria Teresa Trovato Mazza, è stato ascoltato in qualità di testimone il poliziotto incaricato dalla direttrice del carcere di svolgere un'indagine interna sulle dichiarazioni di quella detenuta, e che si appostò per osservare, di nascosto, il suo incontro con l'agente da lei accusata, ascoltando il loro colloquio nella speranza di raccogliere utili elementi di riscontro.

LE MINACCE

«Sono stato pesantemente minacciato», ha riferito il testimone al giudice Marco Bertolo, ricordando di essere stato costretto ad assentarsi dal lavoro per un periodo, per poi chiedere e ottenere il trasferimento.
Quanto all'esito delle "indagini interne" da lui effettuate assieme ad una collega, ha spiegato che nel corso dell'incontro da loro osservato, l'agente di polizia penitenziaria aveva un atteggiamento remissivo nei confronti della detenuta e ad un certo punto le disse di abbassare la voce; ma nel corso di quel colloquio da parte sua non vi fu alcuna ammissione di responsabilità nella morte di Sissy. Il testimone ha spiegato al giudice di aver però sentito che l'agente parlava di una somma ricevuta dalla detenuta per concedersi sessualmente.
La detenuta ora accusata di calunnia, assistita dagli avvocato Mauro Serpico e Anna Rosso, durante le indagini aveva sostenuto che Sissy era stata uccisa perché dava fastidio alla direzione del carcere femminile della Giudecca, ad alcune detenute e agenti di polizia penitenziaria in quanto aveva scoperto e deciso di denunciare rapporti di promiscuità sessuale ed episodi di corruzione. Ma il suo racconto non è stato ritenuto attendibile dalla procura, che ora le imputa di aver falsamente accusato di omicidio un'agente di polizia penitenziaria.
Il 1 novembre del 2016, il corpo di Sissy fu rinvenuto in un lago di sangue all'interno di un'ascensore dell'ospedale di Venezia, dove si era recata per motivi di servizio. La ventottenne, originaria di Taurianova, in Calabria, morì il 12 gennaio 2019, dopo oltre due anni trascorsi in coma.
Il processo per calunnia proseguirà il 13 dicembre con l'esame dell'imputata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci