Veneto, 600 sanitari no-vax pronti a rientrare in corsia negli ospedali

Sabato 29 Ottobre 2022 di Al.Va.
Veneto, 600 sanitari no-vax pronti a rientrare in corsia negli ospedali
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Sono 600 i sanitari attualmente sospesi in Veneto che potrebbero rientrare in servizio. L'annuncio del nuovo ministro della Salute, Orazio Schillaci, di un provvedimento per il reintegro del personale sanitario sospeso perché non vaccinato contro il Covid-19, è stato accolto con soddisfazione dal governatore Luca Zaia.

Questo consentirebbe di veder tornare in corsia altri 12 medici.


«Chiarita la situazione dal punto di normativo - ha detto il presidente della Regione Veneto - sono stato il primo a dire che era necessario reintegrare il personale della sanità soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all'obbligo vaccinale. Quindi, accolgo favorevolmente la notizia che il nuovo ministro Schillaci sta per licenziare un provvedimento per consentire il reintegro in servizio del personale sanitario sospeso, soluzione che ho pubblicamente più volte auspicato». «La pandemia - ha aggiunto Zaia - ha messo a dura prova l'intero sistema sanitario: ora serve che tutte le risorse umane e professionali siano di nuovo in campo per continuare a dare risposte efficaci alle richieste dei cittadini, mantenendo alto il livello dei servizi sanitari e, dove possibile, migliorandolo, sfruttando ogni supporto possibile».


I DATI
In Veneto dall'inizio della pandemia sono stati 2.500 gli operatori sanitari sospesi per mancanza di vaccinazione anti-Covid, tutte persone che hanno mantenuto il posto di lavoro ma senza retribuzione. Attualmente in queste condizioni si trovano 600 sanitari di cui 12 medici, 180 infermieri, 200 operatori sociosanitari. Gli altri sono tecnici di laboratorio, personale amministrativo, psicologi, veterinari. Zaia, ancora lo scorso luglio, aveva sollecitato l'allora ministro Roberto Speranza a rivedere i provvedimenti di sospensione: «Bisogna reintegrare i sospesi, tutti i medici, gli infermieri e gli operatori che non si sono vaccinati e che sono a casa - aveva detto -. La loro pena l'hanno espiata: non hanno lavorato, sono rimasti senza stipendio, poi alcuni si sono ammalati, sono tornati per un periodo con i loro anticorpi. Io sono uno che la legge la rispetta, non è questione di sì vax o no vax. Sarebbe linfa in più in un momento in cui siamo in difficoltà».


I CONTAGI
La Regione dovrà anche decidere come comportarsi con la pubblicazione del bollettino sul Covid. A livello nazionale la decisione sarebbe di limitarsi a un bollettino settimanale, non più uno al giorno. Palazzo Balbi vuole capire se il sistema di trasmissione dati rimarrà giornaliero e solo la pubblicazione sarà settimanale oppure se verranno raccolti i dati solo come totali settimanali. Nel frattempo, quindi, il bollettino regionale resta previsto ogni giorno.
Nelle ultime ventiquattr'ore sono stati 3.891 i nuovi casi di Covid-19 registrati in Veneto, un dato in discesa che porta il totale dei contagi a 2.413.838. Tredici i morti, mentre è sceso il numero degli attuali positivi, 56.549, -594 rispetto al giorno prima. Aumentati i ricoveri in area medica (1.083, +8), sono invece scesi (-2) quelli delle terapie intensive.


LA MISSIONE
Intanto una delegazione della commissione speciale sul Covid-19 del Parlamento Europeo si recherà in visita nel Nord Italia, in Veneto e in Lombardia, dal 2 al 4 novembre per raccogliere informazioni sulle principali sfide affrontate durante le prime settimane della pandemia. La delegazione di nove eurodeputati, tra cui Aldo Patriciello di Forza Italia, Alessandra Moretti del Pd e Rosa D'Amato dei Verdi sarà a Padova il 2 novembre per un incontro con il sindaco Sergio Giordani e i professori dell'Ospedale Giustinianeo.

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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