Negazionisti in corsia, linea dura dei medici: «Niente cure alternative ai pazienti no vax»

Domenica 6 Febbraio 2022 di Elisa Fais
Rianimazione Covid
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PADOVA - Un gruppo di medici e legali dell'università di Padova dice no all'utilizzo di cure alternative per il Covid in ospedale, anche se espressamente richieste dai pazienti. Una presa di posizione netta, che arriva a seguito di una profonda frattura che sta segnando il rapporto tra camici bianchi e ricoverati no vax nella quarta ondata. Sono sempre di più i casi di pazienti che, attraverso lettere di avvocati, suggeriscono terapie prive di fondamento scientifico per combattere il virus e la sanità padovana ora vuole mettere dei punti fermi.
Se n'è parlato nei giorni scorsi nel webinar Rifiuto di cure intensive e richiesta di trattamenti incongrui nel paziente affetto da Covid-19, promosso dal coordinatore delle terapie intensive della Regione Veneto, Paolo Navalesi.

I CONTENUTI
L'autodeterminazione da parte della persona malata, i suoi fondamenti bioetici e biogiuridici e le sue ripercussioni sui percorsi di cura, hanno rappresentato il fulcro degli interventi degli esperti. «La legge dice che ogni paziente capace di agire ha il diritto di rifiutare le cure dichiara Navalesi, direttore dell'Istituto di Anestesia e Rianimazione di Padova Ma un altro discorso è l'imposizione di cure incongrue: in questo caso il medico ha il dovere di rifiutare, anche se sono innocue o inutili».
Hanno partecipato all'evento 180 medici anestesisti-rianimatori, pneumologi e medici d'urgenza, che hanno animato un vivace confronto, e il responsabile del Dipartimento regionale di Emergenza urgenza, Paolo Rosi. Tra i relatori anche Mariassunta Piccinni, professore associato di Diritto privato all'Università di Padova; Davide Mazzon, direttore di Anestesia e rianimazione di Belluno e bioeticista; Anna Aprile, professore associato di Medicina legale di Padova e molti altri. Piccinni e Aprile hanno sottolineato l'importanza di stabilire una relazione medico-paziente basata sulla ricerca del dialogo e sulla condivisione delle scelte. Una pianificazione condivisa che avrà valore anche nel caso in cui la persona malata non sarà in grado di esprimere la propria volontà, come accade negli stati avanzati di malattia.
«È stato ribadito continua Navalesi che, sulla base della legge e della deontologia medica, a fronte di richieste da parte della persona malata di trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali, il medico non ha alcun obbligo di esaudirle.

Un esempio? L'ozonoterapia. L'Fda ha diffidato a vendere ozono per curare il Covid, che oltretutto può essere tossico. Non sono stati evidenziati vantaggi. In conclusione noi medici siamo tenuti a praticare cure mediche basate sull'evidenza, perseguendo il migliore interesse del paziente».

L'ANDAMENTO
Intanto la curva della pandemia continua a scendere lievemente. Attualmente sono positivi al tampone 31.942 padovani, oltre 14mila infezioni in meno rispetto a una settimana fa. Tra venerdì e sabato si registrano 2.038 nuovi casi e 12 decessi legati al Covid. Cala la pressione ospedaliera: i pazienti assistiti sono 296, con 25 ricoverati in meno in 24 ore. Di questi, 269 sono nei reparti per acuti e 27 in via di dimissione negli ospedali di comunità. Mentre l'83% dei padovani ha ricevuto almeno una dose di vaccino, continua la campagna vaccinale dedicata ai bambini. Oggi è previsto accesso libero al padiglione 6 della Fiera. Su 57mila bambini tra 4 e 11 anni hanno effettuato almeno una dose in 19mila, il 32%.
 

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