Palazzo diroccato a Venezia, i proprietari in Tribunale per far pagare i restauri anche al condominio di Fiorello

Martedì 3 Agosto 2021 di Roberta Brunetti
VENEZIA Palazzo Bernardo, l’edificio gotico con affaccio sul Canal Grande dove ha preso casa pure Rosario Fiorello, il noto showman.

VENEZIA - Un palazzetto a due passi da San Polo in semi abbandono, in parte ormai diroccato, con il rischio che tegole e mattoni piovano a terra. Per questo il Comune, dopo un sopralluogo dei vigili del fuoco di marzo, aveva ordinato alle proprietà dei lavori urgenti di messa in sicurezza. Ma il caso è finito davanti al Tar del Veneto. Alcuni compropietari, infatti, avevano contestato il loro coinvolgimento, chiamando eventualmente in causa anche il confinante Palazzo Bernardo, l’edificio gotico con affaccio sul Canal Grande, dove ha preso casa pure Rosario Fiorello, il noto showman.

La tesi dei ricorrenti era che l’edificio a rischio crolli costitutiva un unico “super condominio” con il più illustre vicino. E che quindi anche le spese di messa in sicurezza andavano ripartite tra tutti. I giudici, però, gli hanno dato torto, almeno per ora. La richiesta di sospendere cautelativamente l’ordine del Comune è stata rigettata. La messa in sicurezza dovrà essere fatta, anche a spese dei proprietari ricorrenti.


A RISCHIO CROLLI
Una vicenda annosa, questa del palazzetto in semi abbandono sul rio della Madonetta e del confinante del più antico palazzo Bernardo. Come quasi sempre accade a Venezia, un edificio è cresciuto sull’altro, mentre le proprietà si sono frazionate, passando di erede in erede, di acquirente in acquirente. Oggi Palazzo Bernardo, con il suo affaccio sul Canal Grande, le sue finestre gotiche, la corte interna, è notificato dalla Soprintendenza e diviso tra una mezza dozzina di proprietari. Tra questi, appunto, anche Fiorello che da qualche mese sta ristrutturando il suo appartamento. L’accesso è in calle della Madonna. E da qui, ad un anagrafico di distanza, si accede anche al palazzetto vicino che si affaccia sul rio della Madonetta. I proprietari in questo caso sono sei, uno solo residente a Venezia, gli altri divisi tra Roma, Parigi, Beirut, Montevideo, Kingstown. Già nel 2015 c’erano stati i primi rischi di crollo e Palazzo Bernardo aveva chiesto una accertamento al Tribunale.


GUERRA AL TAR
Poi la situazione si è aggravata, con il crollo di un solaio tra secondo e terzo piano e il degrado delle pareti esterne, documentato dall’ultimo sopralluogo dei vigili del fuoco. Di qui l’ordine di messa in sicurezza urgente indirizzato dal Comune ai sei proprietari. Ad impugnarlo sono stati dei francesi, che hanno un’altra proprietà anche a Palazzo Bernardo. Nel ricorso i loro legali, gli avvocati Francesco Acerboni e Elisabetta Orsini, sostengono che i lavori spettano solo ai proprietari della porzione di palazzo soggetta al crollo. Oppure, se tutti devono partecipare, che vengano coinvolti anche i proprietari dell’adiacente Palazzo Bernardo, come in un super condominio. Contro questa tesi hanno ribattuto il Comune, con gli avvocati Antonio Iannotta, Nicoletta Ongaro e Federico Trento. Nonché Palazzo Bernardo, costituitosi in giudizio con gli avvocati Claudio Codognato e Gianluca Sicchiero. Il Tribunale (presidente Alberto Pasi, con Marco Rinaldi e Mariagiovanna Amorizzo) ha stabilito che in questa fase, prevale l’«interessa pubblico» di evitare i crolli.

Ultimo aggiornamento: 20:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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