VENEZIA - Non ci sono imprese impossibili. Lo testimoniano tante piccole-grandi storie di tenacia e coraggio. Una di queste è quella di Natascia Cecconi, operatrice sanitaria specializzata in ayurveda e anima dell’associazione “Papà Renzo” che si occupa di aiutare i malati e soprattutto i bambini, attraverso il progetto dei Clown Dottori alla Patch Adams.
L'IMPRESA
Natascia la sua impresa la racconta così: «Ho avuto da piccola la sindrome di Kawasaki, mi dicevano che non ce l’avrei fatta. In seguito ho avuto altri problemi. Mi chiamano “dottoressa Arcobaleno”, ma anche dottoressa “Dis Diss”, per essere disorientata, dislessica, disgrafica, disculica... Da bambina mi hanno sempre escluso dalla ginnastica e da tutte le attività, ma il nuoto è sempre stato il mio sport preferito».
«Mi dicevano “non ci riuscirai - ha raccontato in un post social - non puoi con la malattia rara che hai avuto, con il tuo problemi di coordinazione non ci riuscirai”. E invece il sogno era grande e così ho messo tutte le mie forze. E ci sono riuscita, anzi ci siamo riusciti, io e il mio compagno di viaggio Salvo Scuderi».
Per prepararsi, spiega Natascia, ha avuto il supporto del dottore Anil Kumar, suo maestro e medico ayurvedico, «che i giorni prima della traversata ci ha preparato con esercizi di respirazione, meditazione e visualizzazione». E poi i ringraziamenti. «Un grazie speciale va alla piscina comunale di Sacca Fisola RariNantes, a mio papà Riccardo Cecconi, all’associazione Papà Renzo, all’associazione Pagliacci Clandestini, alla Federazione nazionale Clown Dottori. Ma l’emozione più grande è stata nuotare seguita da mio figlio di 8 anni, che dalla barca mi è sempre stato vicino».
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