Il futuro del Mose, il commissario Spitz: «Ci sono i soldi per finire l'opera in un anno»

Domenica 18 Dicembre 2022 di Davide Scalzotto
L'architetto Elisabetta Spitz, commissario del Governo per il completamento del Mose

VENEZIA - Architetto Spitz, il 2022 si chiude con una certezza: il Mose salva Venezia dall'acqua alta. I giorni dal 21 al 25 novembre sono stati l'esame finale. Da commissario di questa opera unica, come li ha vissuti, cosa ha pensato?
«Con grande tensione, sempre e costantemente in control room e a contatto con le squadre al lavoro. Più che pensare a qualcosa, ho partecipato a ogni secondo della frenetica attività. Sono state ore in cui, nella notte della terza acqua alta di tutti i tempi, abbiamo attuato continui piccoli aggiustamenti per far funzionare le barriere e tenere la marea fuori dalla laguna. È stato come condurre una grande macchina in uno spazio ristretto».
E alle polemiche di chi è sempre stato scettico, ci ha pensato? Che cosa pensa ora?
«Penso che la modernità è una grande opportunità. Non è devastazione, se ben condotta e gestita».
E se pensa all'inizio dell'anno?
«Penso che eravamo partiti con un Consorzio Venezia Nuova che era in piena crisi, con una procedura aperta al tribunale fallimentare, con i cantieri fermi. La svolta è arrivata con l'accordo transattivo di febbraio con cui abbiamo messo sul piatto, valutato e compensato crediti e debiti e abbiamo salvato il Cvn. Poi a giugno abbiamo ripreso a far lavorare gli operai. E oggi nei cantieri le squadre sono presenti e attive».
A chi attribuisce il merito?
«Non mi piace attribuire meriti. Ma voglio sottolineare il grande lavoro fatto da tutte le componenti del Mose e delle pubbliche amministrazioni interessate. Parlo delle istituzioni con cui abbiamo collaborato: la Corte dei Conti che ci ha seguito indicandoci le giuste procedure, la Ragioneria di Stato, l'Avvocatura, la Soprintendenza, la Regione con la Commissione di salvaguardia, la Capitaneria di Porto che si attiva a ogni sollevamento, l'esercito che ci garantisce ancora i ponti radio, visto che la gara per la fibra ottica deve ancora essere assegnata. Non era così scontato mantenere il Consorzio, ma lo abbiamo fatto garantendo le imprese locali che lo compongono».
Di quanti lavoratori parliamo?
«Non dispongo del numero di lavoratori delle singole imprese, ma posso dire che in questo momento nei 4 cantieri alle bocche di porto del Mose lavorano 200 persone, a cui aggiungiamo le 80 persone necessarie ai sollevamenti. Quindi parliamo di numeri importanti».
Cercando di fare chiarezza tra procedure burocratiche e atti aggiuntivi, come siamo con i finanziamenti? Il Mose ha davvero ora tutti i soldi per essere portato a termine?
«Le risorse stanziate dalla delibera Cipess ci sono tutte e i quattro quinti sono già stati attribuiti per competenza e cassa, come si dice, al Provveditorato alle opere pubbliche che poi li gira al Consorzio Venezia Nuova. E la Corte dei Conti ha certificato in metà del tempo gli ultimi stanziamenti, segno che la procedura è stata completata con molta efficienza».
E soldi arrivano alle imprese del Consorzio? In che modo?
«Ci sono due modalità: con anticipazione dietro garanzia di fidejussione e a saldo dopo ogni sal (stato avanzamento lavori, ndr) a presentazione della fattura. A oggi i sal del 2020 e 2021 sono stati tutti saldati. Per quanto riguarda le anticipazioni, 20 milioni sono già stati garantiti da fidejussioni e abbiamo altri 61 milioni di anticipazioni pronti a essere finanziati appena il Consorzio presenterà le garanzie. E voglio precisare una cosa: non è vero che dovremo aspettare aprile per erogare i finanziamenti perché le casse dello Stato - Bankitalia - chiudono a fine anno e riapriranno tra un mese e mezzo. La disponibilità di cassa c'è. Così come c'è la copertura per i sal bis, cioè gli aggiustamenti legati all'aumento delle materie prime».
Quindi i tempi del dicembre 2023 di fine lavori e fine dello stato sperimentale saranno rispettati?
«Guardi, abbiamo appena approvato un nuovo cronoprogramma aggiornato a dicembre 2022: confermiamo la data del 31 dicembre 2023».
E la fase successiva cosa riguarderà?
«Riguarderà tutte quelle opere complementari non collegate alle barriere: semplificando, le finiture. A gennaio 2024 inizierà il collaudo tecnico prestazionale, a cui arriveremo forti dell'esperienza fatta in queste settimane di sollevamenti».
Qual è stato l'aspetto che più l'ha colpita del Mose in queste settimane di collaudo sul campo?
«La grande flessibilità. La soddisfazione più grande dei 4 giorni terribili di fine novembre è stata vedere come Venezia sia stata salvata chiudendo in maniera modulare le bocche di porto. Avremmo potuto chiudere tutto per 4 giorni, dal 21 a 25, ma così non è stato. Abbiamo dimostrato che le bocche di porto si possono gestire con grande professionalità. Le ore di chiusura in quei 4 giorni sono state ridotte al minimo».
Una bella notizia per il Porto, una convivenza non facile tra e barriere e il transito delle navi.
«Certamente, il Mose flessibile riduce al minimo i disagi per il Porto, ci consente di programmare con più garanzia l'attività commerciale. In questo senso il Mose non ha solo salvato fisicamente Venezia, ma può garantire anche una delle più importanti attività economiche della città. E vale anche per la pesca. Proprio nei giorni scorsi c'è stato un peschereccio in avaria che è stato possibile portare in laguna aprendo una bocca di porto e chiudendo le altre, senza effetti sull'acqua alta».
Mancano però le conche di navigazione per garantire il transito delle navi.
«Qui c'è un calendario preciso: a settembre 2023 saranno completate».
Com'è il suo rapporto con il Consorzio Venezia Nuova?
«Lo dico con tranquillità. Il mio è un ruolo di commissario del governo che mi pone come controparte del Consorzio. È naturale che sia così. Il Cvn è l'appaltatore e io rappresento la committenza, sono dall'altra parte della barricata. Mi sono sempre posta come elemento di mediazione. Quando ci sono interessi contrapposti, io devo sempre comunque rappresentare gli interessi dello Stato».
E quando le è capitato di mediare e di far valere l'interesse superiore?
«Ad esempio durante la definizione dell'accordo transattivo con lo Stato, quando le imprese avevano certe richieste. Oppure quando i cantieri si sono bloccati e nessuno ci andava a lavorare. Anche oggi, con il 52° atto aggiuntivo, ho i poteri per richiamare il Consorzio al rispetto del cronoprogramma».
Nelle precedenti fasi gestionali del Mose i rapporti tra controllori e controllato, tra Provveditorato, commissari vari e Consorzio, non sono stati facili. Addirittura tra stessi commissari ci sono stati screzi, diversità di vedute. Qual è il suo rapporto con il commissario del Consorzio, Massimo Miani? Ha fatto discutere il suo compenso di 5 milioni per due anni di lavoro. Compenso dimezzato da un emendamento al decreto Infrastrutture, che lo stesso Miani però contesta riservandosi di valutare un ricorso. Da rappresentante della committenza statale, che ne pensa?
«Il compenso di Miani non mi compete, non mi riguarda. Mi limito solo a far presente che tutti stiamo lavorando per lo Stato, quello che interessa non è il compenso, ma il compito che svolgiamo. Non ce l'ha ordinato il dottore di accettare i nostri incarichi. Quanto al mio compenso, è pubblico e pubblicato: 50mila euro l'anno più un eventuale premio di risultato che sarà valutato».
A che punto è il progetto di autonomia energetica del Mose, l'alimentazione a pannelli solari e la costituzione di quella comunità che consentirebbe di distribuire un eventuale surplus di energia? C'è chi non ci crede molto.
«Posso dire che la prossima settimana riceveremo il progetto definitivo che porteremo in valutazione. Questa sarà una nuova sfida. Assieme a quella della manutenzione e della gestione del Mose, che porteremo avanti».
Si lancia per il dopo?
«Non mi lancio su nulla, Il mio mandato scade con la consegna, il 31 dicembre 2023. Poi arriverà qualcos'altro».

    
 

Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci