Acqua alta a Venezia: «Alzare il Mose per salvare la città è costato quasi 850mila euro in quattro giorni»

Venerdì 25 Novembre 2022 di Raffaella Vittadello
Acqua alta a Venezia: «Alzare il Mose per salvare la città è costato quasi 850mila euro in quattro giorni»
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VENEZIA - Oggi - 25 novembre - ci sarà probabilmente l'ultimo picco di marea da codice rosso di novembre, con una previsione di 125 centimetri per le 10.40, e probabilmente sarà l'ultima giornata di sollevamento delle barriere del Mose del mese.

Dalle previsioni del Centro maree del Comune di Venezia arrivano notizie confortanti: l'onda di sessa che interessa l'Adriatico si sta attenuando e quindi le condizioni meteo favorevoli al sovralzo eccezionale della marea stanno rientrando alla normalità.

Ancora acqua alta

Per domani - sabato 26 - sono previsti due massimi a 90 centimetri (all'una di notte e alle 10.25 di mattina) mentre per domenica il fenomeno sarà decisamente in attenuazione, con massime tra i 65 e gli 80 centimetri, cifre che in assenza di fenomeni meteo di forte intensità non destano preoccupazione
«Forse con la prossima perturbazione attesa per i primi di dicembre potrebbe tornare qualche giornata più difficile, ma non è detto, ed è ancora presto per fare pronostici» annuncia Alvise Papa, responsabile del Centro Maree.

Dunque le squadre dei tecnici alle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia, dopo turni da dodici ore ad alta tensione che si sono alternati per quattro giorni stanno per rompere le righe.
Ed è tempo di bilanci, anche economici, per questa puntata di acqua alta: la struttura commissariale di Elisabetta Spitz calcola che i costi di ciascun sollevamento, ora che la macchina inizia a lavorare a regime, nonostante non sia ancora completata, si siano abbassati.

I costi del Mose

Se nell'inverno tra il 2020 e il 2021 il prezzo di un singolo sollevamento di emergenza poteva aggirarsi intorno ai 272mila euro, comprensivi del costo dell'energia per singola alzata e del personale impiegato, durante l'inverno scorso si sia arrivati a 211 mila euro per alzata, grazie all'efficientamento delle procedure.

Ad esempio per il fatto che lo stesso lavoro viene fatto in meno tempo, per la standardizzazione delle metodologie di lavoro e un'esperienza sempre maggiore degli operatori.

Ma l'allerta è una procedura complessa, che di fatto inizia circa 120 ore prima del sollevamento vero e proprio: con un anticipo di cinque giorni rispetto alla previsione del picco, gli ingegneri iniziano l'osservazione più accurata dei fenomeni meteo marini cercando conferme attraverso i modelli, l confronto con i centri meteorologici e con il tavolo tecnico del centro maree per verificare l'andamento delle perturbazioni.
Due giorni prima si ipotizza un margine di oscillazione (ovvero di errore) di 35 cm che con il passare delle ore si riduce. A 48 ore dall'evento le squadre vengono pre allertate e iniziano le comunicazioni all'esterno, dal Porto alla Guardia di Finanza e alla Polizia di stato, dal Comune di Venezia a quelli della gronda lagunare, dalla Capitaneria di porto alla Prefettura. A 24 ore scatta l'allerta vera e propria e le comunicazioni si fanno più serrate. Quando mancano 12 ore viene inviata una nuova conferma del possibile sollevamento, a 9 ore dall'evento le squadre si avviano alle bocche di porto. E poi, in un conto alla rovescia di tre ore in tre ore, c'è un aggiornamento fino al vero e proprio sollevamento oppure al cosidetto falso allarme che annulla le operazioni.
Quindi alla fine tutto viene deciso nelle ultime tre ore: a previsioni confermate e se il Commissario straordinario non decide diversamente, si dà il via al sollevamento vero e proprio.

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Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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