Mestre. Campello Motors, maxi ordine di auto da 300mila euro: ma Alessandro, il fratello di Alice, nota qualcosa di strano e sventa la truffa web

Martedì 8 Agosto 2023 di Elisio Trevisan
Campello Motors, maxi ordine di auto da 300mila euro: ma Alessandro, il fratello di Alice, nota qualcosa di strano e sventa la truffa web

MESTREQuestione ancora di pochissime ore e Campello Motors si sarebbe ritrovato con 300 mila euro in meno in cassa in cambio di niente. Rischiava di diventare una truffa da manuale, da ricordare negli annali, quella che aveva messo in atto una banda di abili criminali, ma l'intuito dei vertici dell'Azienda mestrina, concessionaria di vari marchi di automobili, unito alla bravura e alla tempestività dei dirigenti e degli agenti della Polizia Postale di Venezia, hanno sventato in extremis il colpo grosso. Tutto nasce una ventina di giorni fa quando un player importante, uno dei più grossi distributori di automobili, contatta Campello proponendogli l'offerta di una decina di macchine al costo complessivo di quasi 300 mila euro.

Campello Motors, come le altre grosse concessionarie, ha rapporti costanti con questi player, riceve in Azienda tra le dieci e le venti offerte al giorno e spesso, per fare l'affare, è questione di capire subito il tipo di offerta, valutarla in tempi brevissimi ed emettere l'ordine con tanto di bonifici bancari.

IL MERCATO

Il mercato funziona così e chi sa navigarci al meglio, destreggiandosi tra le tantissime proposte, porta a casa i maggiori guadagni, senza ritrovarsi con auto invendute in magazzino. I vari uffici di Campello Motors incaricati di valutare le possibili transazioni hanno, dunque, valutato anche questa offerta e alla fine hanno deciso di far partire l'ordine. È stato quando il contratto è arrivato sulle scrivanie di Alessandro Campello, figlio del titolare, e del manager Cristian Olivo che i due hanno intuito esserci qualcosa di strano, una sensazione che ha salvato l'Azienda: hanno fatto ulteriori verifiche di quei documenti arrivati dal distributore con tanto di Pec, posta certificata, e di marchi e firme identici agli originali, e alla fine hanno chiamato direttamente il player. In questo caso sono stati fortunati perché, trattandosi di aziende grossissime, spesso è difficile trovare in poco tempo i responsabili di un'offerta: dagli uffici competenti hanno rispostoMestre di non aver fatto alcuna proposta, tantomeno con la Pec. A quel punto, con i bonifici già in viaggio, per Campello si trattava di riuscire a bloccarli. Si sono così rivolti alla Polizia Postale che, in pochi minuti, ascoltata la storia e analizzati i documenti, ha capito di che tipo di truffa si trattava e ha messo in atto le contromisure: nel giro di poche ora hanno fatto tornare i soldi nelle casse della concessionaria mestrina e si sono messi sulle tracce dei malfattori. In buona sostanza la banda di delinquenti era riuscita a creare un profilo internet identico a quello del distributore hackerato e a presentarsi a Campello come l'originale, ingannando per giorni l'Azienda, anzi ingannandoli quasi del tutto se non fosse stato per quella sensazione e per la squadra della Polizia Postale. Ora le indagini continuano per capire se lo stesso gruppo criminale abbia portato a segno colpi simili contro altre concessionarie.

Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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