Zennaro, ora c'è una data: «Il 6 gennaio fatti nuovi oppure arriva la sentenza»

Giovedì 16 Dicembre 2021 di Nicola Munaro
Marco Zennaro

VENEZIA - Adesso c'è una data da cui partire per scrivere l'ultimo capitolo: il 6 gennaio 2022 il caso di Marco Zennaro, 47 anni, imprenditore veneziano ostaggio dall'1 aprile in Sudan e accusato di una truffa su una partita di trasformatori che sarebbero stati difettati, tornerà di nuovo di fronte al giudice del tribunale civile di Kartoum, capitale dello stato africano.
Ma quella fissata nel giorno dell'Epifania non sarà un'udienza qualunque perché ieri, rinviando l'ennesimo appuntamento in tribunale, il giudice ha stabilito che il 6 gennaio ci sarà la sentenza.

Se, invece, dovessero esserci altri colpi di scena (leggasi soprattutto pressioni dal nuovo governo militare che, dopo il colpo di stato di inizio ottobre, ha cambiato anche i vertici del tribunale e il ministro della giustizia), la decisione del giudice slitterà e verrà dato il via a nuove indagini. Potrebbe quindi avvicinarsi la fine di una vicenda iniziata in primavera e divenuta sempre più estenuante. Anche ieri c'era stata una sorta di messa in scena in tribunale con i legali dell'accusatore dell'imprenditore veneziano che - appena nominati dal loro assistito - non si sono presentati in udienza, ottenendone il rinvio. Ma la loro mossa potrebbe essere l'ultima se, come annunciato, tra meno di un mese il caso Zennaro sarà un caso chiuso.


LA VICENDA

In piedi è rimasta solo un'accusa civile in sede civile contro il quarantasettenne dopo che un altro processo civile e due processi penali (sulle stesse contestazioni) sono stati vinti da Zennaro, a cui tre giudici diversi hanno riconosciuto l'assenza della truffa e la bontà dei trasformatori venduti dalla sua ZennaroTrafo alla Gallabi, la società sudanese che li aveva ordinati.
La famiglia ha messo sul piatto una garanzia da 800mila euro per consentire che la causa intentata dalla società di Dubai (che accusava la ZennaroTrafo di non aver spedito delle forniture di trasformatori elettrici già pagati) prosegua anche senza la presenza dell'imputato.
A trattenere l'imprenditore in questo momento è la mancata garanzia sulla causa presentata dal miliziano che, per ritirare la denuncia, vuole 975mila euro. Da quando è stato liberato, ma con il divieto di lasciare il Paese fino alla decisione del giudice, il quarantasettenne vive nell'ambasciata italiana da dove ha ricominciato a lavorare via web per la sua azienda.
Il morale però è basso, anche se la situazione si potrebbe sbloccare da gennaio. A quel punto, se dovesse essere assolto anche nell'ultimo dibattimento, decadrebbe il divieto di lasciare il Sudan, ora in vigore in quanto persona sottoposta a un procedimento penale in corso.


NATALE LONTANO

Quello di Marco Zennaro sarà comunque un Natale lontano dalla sua famiglia. Lo passerà nella sede dell'ambasciata italiana in Sudan, in quella che è diventata la sua casa nelle ultime settimane, e nei prossimi giorni sarà raggiunto dal padre Cristiano che passerà con lui la celebrazione della Messa nella cattedrale di San Matteo a Kartoum e che da Venezia porterà al figlio i regali di Natale che i suoi tre figli e la moglie hanno preparato per Marco, figli che già avevano mandato dei disegni al padre nei mesi scorsi.
La speranza è rivedere Marco Zennaro in Italia e a Venezia per la fine di gennaio, se dovessero essere rispettati i tempi da parte del tribunale civile del Sudan.

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