Perde il lavoro per assistere la figlia disabile: il Tribunale cancella il licenziamento

Martedì 7 Novembre 2023 di Gianluca Amadori
L'Autocar Laguna di via Torino a Mestre

MESTRE -  Quel licenziamento è illegittimo in quanto l’azienda si è voluta liberare di un dipendente che usufruiva di troppi permessi per poter assistere la figlia disabile. È con questa motivazione che la sezione lavoro del Tribunale di Venezia ha annullato il provvedimento assunto nel luglio del 2022 dalla società Linea Autocar Laguna di Mestre, la quale è stata di conseguenza condannata a reintegrare il lavoratore, nonché a risarcire i danni a lui provocati: dovrà versargli un importo pari alle retribuzioni perdute, dal momento del licenziamento fino all’avvenuta reintegrazione.

La giudice Anna Menegazzo ha dichiarato illegittima e dunque inutilizzabile l’attività investigativa posta in essere nei confronti del lavoratore per giustificare il licenziamento: «La più recente giurisprudenza di legittimità - si legge nella sentenza - pur ammettendo anche nel contesto delle modifiche all’art. 4 L. 300/70 la possibilità per il datore di lavoro di porre in essere indagini difensive nei confronti dei propri dipendenti, afferma l’illegittimità di controlli finalizzati a verificare l’inadempimento del personale in particolare con riferimento alle modalità lavorative – vero e proprio oggetto specifico dell’indagine commissionata, nella fattispecie in esame, dalla convenuta – e non basati su di un fondato sospetto».

Il lavoratore, assunto nel 2009 in qualità di viaggiatore-piazzista, si è rivolto al Tribunale, assistito dagli avvocati Leonello Azzarini e Andrea Donnarumma, sostenendo che il licenziamento era strumentale: nel corso della causa i suoi legali hanno dimostrato come, a seguito dei permessi a cui aveva diritto per assistere la figlia, l’azienda lo aveva prima demansionato, facendogli svolgere attività diverse da quelle per il quale era stato assunto, poi messo in cassa integrazione (unico tra tutti i dipendenti ad esservi inserito con continuità per l’intero periodo) e quindi trasferito da Mestre a San Donà. Alla fine l’uomo fu licenziato sulla base dell’esito delle investigazioni aziendali, avviate nell’aprile del 2022, poco dopo il rientro del dipendente da un’assenza di circa due mesi per infortunio: gli fu contestato un utilizzo non conforme di alcuni permessi da lui chiesti per assistere la figlia.


Il Tribunale scrive che, nel corso del processo, è emerso che l’intento dell’azienda era quello di “disfarsi” di un dipendente scomodo per le molte assenze. Linea Autocar Laguna, in una memoria presentata dagli avvocati Maurizio Salvalaio e Silvia Tonolo, ha spiegato che l’investigatore privato era stato assunto per verificare le ragioni della scarsa produttività della zona di competenza del lavoratore e «l’eventuale sussistenza di illeciti (quali ad es. concorrenza sleale o sviamento di clientela. Ma, secondo il Tribunale, in mancanza di circostanze tali da ingenerare un “fondato sospetto». «Del resto - scrive la giudice - leggendo la relazione investigativa si ha conferma che l’indagine non era volta a verificare specifiche condotte illecite delle quali vi fosse un precedente fondato sospetto, quanto piuttosto ad evidenziare eventuali inadempimenti del dipendente rispetto agli obblighi contrattuali, ed in particolare se effettivamente il dipendente stesse “trasformando la sua posizione da venditore a quella di mero fattorino di consegna”. Ne consegue l’illegittimità del licenziamento, da ritenersi posto in essere per motivo illecito e determinante costituito dalle legittime assenze dello stesso nel corso degli ultimi anni lavorativi, in particolare per la fruizione di permessi e congedi ex L. 104/92 in relazione alla propria figlia». La decisione del Tribunale potrà essere impugnata in appello, ma nel frattempo è provvisoriamente esecutiva.

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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