JESOLO - Imprigionato per oltre 24 ore in un tubo pluviale sottoterra.
SCOMPARSO
Tutto è successo nel giardino della loro abitazione, in via Pazienti, una laterale di via Roma destra. E’ qui che il micio era stato visto per l’ultima volta. «Come ogni mattina – raccontano i padroni –, abbiamo fatto uscire Willy in giardino, nelle ore successive non l’abbiamo visto, ma all’inizio non ci siamo preoccupati». La preoccupazione è invece salita nel pomeriggio e alla sera, quando del gatto continuava a non esserci traccia. «Sembrava essersi volatilizzato nel nulla – proseguono dalla famiglia Bardini – Abbiamo provato più volte a chiamarlo e a cercalo in zona, ma di lui non c’era alcuna traccia. Per questo il giorno successivo abbiamo ripreso le ricerche». In particolare in bicicletta, nei campi della zona, urlando il nome di Willy. Ma anche in questo caso senza raccogliere alcuna traccia.
IL RICHIAMO
La svolta è arrivata verso le 18, nei pressi di casa. «Al nome Willy – raccontano i padroni – sentivamo un verso strano: sembrava quello di un gabbiano, ma in cielo non c’era nessuno. Sentivamo quel suono ogni volta che pronunciavamo il nome del nostro gatto: abbiamo controllato in un vicino magazzino ma li non c’era, continuando le ricerche abbiamo capito che proveniva da sottoterra». E nel caso specifico da un tubo della raccolta piovana lungo 25 metri e interrato di un metro e mezzo. «Il gatto è riuscito a entrare dallo scarico nel tubo – dicono i padroni – e ha camminato per almeno 20 metri. A un certo punto ha provato a girarsi ma è rimasto incastrato, a pochi metri dall’uscita sul fossato». Da qui la decisione di chiedere aiuto ai vigili del fuoco, intervenuti con tutta la delicatezza del caso. Prima hanno individuato il punto esatto in cui il gatto si era incastrato, poi hanno scavato nella terra, individuando l’animale che è stato finalmente recuperato. Ferito alla trachea e a un polmone, una volta in superficie il gatto è collassato. Trasferito in una clinica specializzata di Mestre, il gatto è stato curato e stabilizzato, tanto che martedì ha fatto ritorno nella sua casa. «Vogliamo ringraziare pubblicamente i vigili del fuoco – conclude la famiglia Bardini –, anche per l’umanità dimostrata in quei momenti davvero concitati, tra l’altro interessandosi sulla salute di Willy anche nei giorni successivi. Ringraziamo la clinica di Mestre, l’unica aperta in quel momento visto che il recupero è avvenuto verso le 20».