Il punto tamponi “drive” incendiato non riapre: indagini ancora aperte sul rogo

Venerdì 4 Febbraio 2022
Il punto tamponi della Cipressina dopo il rogo

MESTRE - La chiave del mistero potrebbe nascondersi in qualche telecamera della zona. I carabinieri stanno indagando sull’incendio al punto tamponi della Cipressina di martedì notte, ma per ora l’unico appiglio sembra essere appunto qualche occhio elettronico nelle vicinanze del Giustiniani, tra sistemi di videosorveglianza di privati e del Comune. Questo perché il punto tamponi ha delle telecamere per controllare l’afflusso degli utenti, ma che non registrano. Dunque, nessuna speranza di avere un filmato diretto dell’accaduto da consegnare agli investigatori. L’incendio si è sviluppato ed è morto da solo: non è servito l’intervento dei pompieri, e quindi ci si è accorti dell’accaduto solo mercoledì mattina. In questo modo non è stato possibile svolgere dei rilievi “a caldo”. Ieri, carabinieri e vigili del fuoco sono tornati sul posto per un sopralluogo tecnico: verranno analizzate soprattutto quelle tracce sull’asfalto che, a tutti gli effetti, sembrano essere l’innesco di benzina per dar fuoco al punto tamponi. La struttura, completamente ignifuga, ha impedito che le fiamme facessero danni peggiori, e questo sembrerebbe anche mettere da parte l’ipotesi che il rogo sia partito da un corto circuito all’interno del box.

NESSUN RIPRISTINO

Nel frattempo, sul piano sanitario, l’Ulss 3 Serenissima è orientata a non ripristinare la linea distrutta dal fuoco. Questo perché negli ultimi giorni la domanda di tamponi è sensibilmente diminuita e perché giusto l’altro ieri, per coincidenza qualche ora dopo l’incendio, è stato aperto il nuovo centro tamponi a Favaro, realizzato sempre in modalità drive e che ieri a metà mattina era deserto. «Se ci sarà difficoltà, apriremo la seconda linea a Favaro», annunciano dall’azienda sanitaria che già l’altro ieri aveva spiegato come l’obiettivo sia d’invertire i numeri: dai 700 test al giorno al Giustiniani più i 300 di Favaro in appoggio, all’esatto contrario: 300 al Giustiniani più 700 a Favaro. «Quanto a “ripristinare” la linea a Mestre, lo si potrà fare, ovviamente, se sarà necessario», viene spiegato dall’Ulss, fermo restando che la situazione è adesso ben diversa da quella che si era venuta a creare da Natale e per un mese, con code lunghissime, disagi e tempi di attesa snervanti (anche 4 ore).

Ora gli incolonnamenti sembrano un ricordo, non ci sono disagi e l’auspicio è che l’ondata sia passata. Comunque sia, piazzale Giustiniani va verso un alleggerimento dell’attività. «Potrebbe restare per il tracciamento delle scuole», hanno annunciato, all’apertura di Favaro, il direttore sanitario Giovanni Carretta e il direttore dei servizi socio sanitari Massimo Zuin.

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