«Green pass obbligatorio: imprese a rischio paralisi»: grido di allarme degli artigiani

Domenica 3 Ottobre 2021
Artigiani, con l'obbligo del green pass dal 15 ottobre molte aziende potrebbero avere difficoltà

MESTRE - No vax e No pass sono un'incognita pericolosa per le imprese. Nell'area metropolitana, infatti, un quinto dei lavoratori è restio a vaccini e tamponi: questo significa che il 20 per cento dei dipendenti potrebbe non rientrare alle attuali condizioni. Se così fosse, a pagarne lo scotto sarebbero le aziende, come spiega il presidente della Confartigianato metropolitana Siro Martin. «C'è il rischio che quanto recuperato in questi mesi estivi di timida ripresa venga azzerato dall'impennata dei costi generali e tutti gli altri problemi. Nella nostra provincia migliaia di aziende artigiane sono in bilico, per molte non avere magari l'unico dipendente al lavoro perché è no vax o no green pass significherà chiudere». 
«Sarà un autunno molto difficile e delicato, soprattutto per le micro e piccole imprese - continua - sulle quali peserà più di tutte l'incognita green pass e possibili assenza sul posto di lavoro, caro bollette e le speculazioni sui prezzi delle materie prime e dei semilavorati.

Tre criticità che rischiano di creare inaspettate e ancor più grosse difficoltà alla nostra economia metropolitana». Il 15 ottobre, data dopo la quale si potrà lavorare solo con il green pass, si avvicina, e la paura avanza. Poi ci sono gli altri problemi, già denunciati qualche tempo fa, che ora inizieranno a produrre i loro danni.

GLI AUMENTI

«Speriamo siano limitati. - aggiunge -In termini di effetti finali c'è infatti il rischio che quanto recuperato in questi mesi estivi di timida ripresa venga azzerato dall'impennata dei costi generali. Per tutte le attività, ancor di più per quelle definibili energivore, come quelle legate al manifatturiero, alla moda, alla meccanica ma anche al settore del vetro o i panificatori, siamo davanti al quinto aumento consecutivo delle bollette elettriche e del gas, in un anno. Gli aumenti si sono avvicinati al +220%, se si guardiamo le tariffe dell'elettricità di giorno, e di circa il 250% se ci si riferisce a quelle notturne o a quelle del gas, e questo significa migliaia di euro in più di costi e spese vive per tutte le attività artigiane e non solo».
Da ottobre a dicembre, intanto, l'elettricità traguarderà un nuovo aumento del +29,8% e il gas del +14,4%, per tutti coloro che sono ancora in fornitura nel mercato tutelato (famiglie e microimprese in bassa tensione con potenza contrattualmente impegnata inferiore a 15 kW), e poi si vedrà. Ma, purtroppo, è quasi sicuro che le tariffe saranno destinate a crescere ancora. «Pesante è anche il perdurare dell'aumento dei costi delle materie prime, dalle farine al cemento. Qui è in atto una speculazione che sta rallentando pesantemente settori strategici, basti pensare i danni che sta causando a un segmento trainante della nostra economia come quello dell'edilizia - prosegue Martin - . Il segnale dato dal governo del prolungare anche per il 2023 il Superbonus 110% è positivo, ci voleva, ma purtroppo la carenza di materiali e la difficoltà di reperire mano d'opera faranno ancora per un pezzo viaggiare con il freno a mano tirato questa opportunità per tutti, cittadini ed imprese». 

MANO D'OPERA

E, proprio sul versante della mano d'opera e del lavoro, l'altro grosso problema appunto è la questione green pass e il rischio assenze e stop alle produzioni. «Se rapportati alla popolazione non vaccinata siamo al 20% ed oltre, e questo problema metterà in difficoltà il sistema produttivo. Praticamente quello che non è riuscito a fare il covid grazie ai vaccini, lo farà ora la paura dei vaccini o l'inspiegabile paura dei tamponi. Il problema più grosso, sarà probabilmente per le piccole e micro imprese, dove se manca l'unico dipendente queste dovranno fermarsi».
 

Ultimo aggiornamento: 17:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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