VENEZIA - Prima l’agricoltura e poi i pannelli solari. Dopo i maxi progetti presentati nei giorni scorsi tra Concordia Sagittaria e Portogruaro e a Mogliano, con enormi distese di impianti fotovoltaici sopra ai campi proprio in un periodo in cui gli approvvigionamenti di prodotti della terra sono a rischio per la guerra tra Russia e Ucraina, Cia Venezia scende in campo per preservare il suolo agricolo. Con una lettera inviata ai 44 sindaci della provincia e ai consiglieri della Città Metropolitana, la Confederazione italiana agricoltori veneziana rilancia le sue proposte ed osservazioni alla bozza di legge regionale sul fotovoltaico. «Perché se è vero che la legge è di carattere regionale - spiega la presidente Federica Senno -, l’impatto sarà sui comuni».
I PROGETTI IN CAMPO
Solo nel nostro territorio sono in ballo due progetti con 13.500 pannelli su quasi 90mila metri quadrati a Mogliano e altri 26,7 ettari di terreno tra Teson e Levada, a Concordia Sagittaria, sul quale Cia e anche Coldiretti avevano già manifestato forti perplessità incontrando il sindaco Claudio Odorico. «La commissione regionale sta esaminando il nuovo progetto di legge - riprende Federica Senno –, ma ci rivolgiamo ai sindaci per portare le istanze degli agricoltori che vivono e lavorano nel nostro territorio. Noi siamo favorevoli al fotovoltaico e a tutte le forme di investimento nelle energie rinnovabili, ma siamo contrari al consumo di suolo agricolo: c’è il concreto pericolo che sorgano impianti su molte aree coltivate o coltivabili, proprio mentre la situazione internazionale dovrebbe portarci alla produzione interna di beni alimentari. E non dimentichiamo che la nostra provincia è la seconda a livello regionale per consumo di suolo, con il 18,21%. Per questo proponiamo che gli impianti vengano costruiti sui tetti, sui capannoni o su quelle parti di territorio che non hanno vocazione agricola. Neanche potenzialmente».
LA PROPOSTA
Cia propone quindi ai sindaci di rendere obbligatoria la prevalenza del reddito derivato dall’attività agricola rispetto a quello derivato dalla vendita di energia elettrica. «La legge vuole dare la possibilità di installare pannelli su campi coltivati. È una proposta che ci vede contrari ma, se la Regione vuole perseguire questo obiettivo, almeno introduca questa clausola.