Sono famiglie che utilizzano per la maggior parte il gas metano quale principale fonte di riscaldamento e il “capofamiglia” è, di solito, disoccupato, pensionato e, in molti casi, un lavoratore autonomo. È l’identikit generale dei 35.500 nuclei familiari che in Fvg risultavano «in povertà energetica» nel 2021, pari a 74mila persone che vivevano «in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi», cioè frigorifero, congelatore, lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie. Il quadro è contenuto in uno studio della Cgia di Mestre.
IL QUADRO
L’indicatore di povertà è una misura che utilizza dati effetti di spesa derivanti dall’indagine Istat della spesa delle famiglie e si includono quelle in condizione di deprivazione e spesa nulla per il riscaldamento-raffrescamento.
L’ANDAMENTO
«Purtroppo – rivela l’indagine –, anche dopo il Covid, la crisi energetica e il boom dell’inflazione, i nuclei i cui capofamiglia è un lavoratore autonomo continuano a avere maggiori fragilità». Tra il 2022 e il 2023 i governi Draghi e Meloni hanno introdotto misure di contenimento delle bollette energetiche per oltre 91 miliardi. Il governo ha annunciato un ulteriore allungamento dei bonus in scadenza a fine settembre, ma la certezza si avrà solo con l’esito del Consiglio dei ministri del 30 settembre. Stando alle anticipazioni, dovrebbero essere prorogati l’Iva al 5% (anziché al 10%) sul gas metano per usi civili e industriali; l’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette del gas. Dovrebbero poi essere potenziati i bonus luce e gas per le famiglie in condizioni di disagio economico e fisico. I prezzi di gas e luce attuali sono in linea con quelli di luglio e agosto 2021 e l’aumento rispetto al pre Covid è del 112% per il gas e del 115% per l’energia elettrica.