Gatto ucciso da bocconi avvelenati, scatta l'allarme degli animalisti

Sabato 7 Maggio 2022 di Giuseppe Babbo
ERACLEA Gatto domestico morto per bocconi avvelenati, scatta l'allarme

ERACLEA - Un gatto di due anni e mezzo è morto dopo aver mangiato dei bocconi avvelenati.

Questa volta è successo a Eraclea Mare. Non si ferma la cattiveria contro gli animali. A segnalare l’accaduto è l’associazione animalista Adas di San Donà, che ha reso noto quanto accaduto ad una famiglia che vive con i suoi tre adorati gatti. La casa si trova al piano terra, i gatti possono uscire liberamente di casa, ma evidentemente hanno dato fastidio a qualcuno che ha ben pensato di avvelenarli. Due si sono salvati, visto che non avrebbero ingerito i bocconi, ma per il terzo non c’è stato nulla da fare. Inutile la corsa dal veterinario dei proprietari, che appena si sono accorti che il loro animale stava male hanno cercato di salvarlo. E ora la paura è che possa accadere qualcosa anche agli altri due gatti.


«Vogliamo ribadire chiaramente – dicono dall’Adas - che la legge 281 del 1991 contro il maltrattamento dei gatti tutela anche quelli che vivono in piena libertà e tutte le colonie feline. Nessun cittadino può spostare i gatti dal luogo prescelto per vivere, nè può avvelenarli, maltrattarli o bruciarli, come è appena capitato a Revedoli. Possono incorrere in sanzioni salate e perfino in un processo».
Non a caso ora i proprietari del gatto stanno valutando se presentare una denuncia. «Vogliamo portare all’attenzione di chi fa questi gesti ignobili – aggiungono dall’associazione - che gli animali avvelenati muoiono con atroci sofferenze e lunghe agonie. Ricordiamo che i felini lasciati liberi non nascono dalle piante, ma vengono sistematicamente abbandonati da gente con poca dignità, sbarazzandosi del proprio “problema”, creandone a chi con rispetto cerca di far convivere essere umano e animale nello stesso luogo con rispetto e dovere».


I volontari collaborano continuamente con la Polizia locale e le Ulss per monitorare le colonie feline, sterilizzando e curando gli animali ammalati o feriti. «Non riusciamo proprio a capire – concludono da Adas - che per l’intolleranza di pochi ci debba rimettere un sistema ormai consolidato e rispettoso dove chi nutre, sterilizza e accudisce i piccoli abbandonati deve far fronte alla disumanità egoistica di pochi. Chiediamo tolleranza e rispetto: questo pianeta non ci appartiene, ne siamo ospiti come tutti quegli esseri massacrati da chi non ha cuore».
 

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