Coniugi spacciatori, sequestrata agendina piena di nomi: indagine solo all'inizio

Sabato 23 Luglio 2022 di Nicola Munaro
Coniugi spacciatori, sequestrata agendina piena di nomi: indagine solo all'inizio
1

MESTRE - Nel condotto di evacuazione fumi della cucina della casa di via Carlevaris non c'era solo la cocaina, il materiale per tagliarla e preparare le dosi (16, nel caso) da smerciare sulle piazze cittadine e forse anche sul litorale. C'era anche un'agendina piena zeppa di appunti.
Ed è da lì che ripartono le indagini della compagnia Pronto impiego della guardia di finanza di Venezia. Lì ci sono numeri di telefono, importi e nomi. Con quell'agenda in mano la finanza può scoprire a chi era destinata la droga stoccata nelle due case e nell'Audi del figlio della donna, così come fare un passo più deciso verso il cuore dell'organizzazione, provando ad arrivare a chi riforniva i carichi di stupefacente.

IL RUOLO
I coniugi Gentin ed Elona Dobroshi, come gran parte degli albanesi in affari nel mondo dello spaccio, non sono in attività in strada, smerciando le piccole dosi: quello è un abito indossato per lo più dai nordafricani e dai nigeriani, dipende spesso dal tipo di sostanza spacciata.
Gli albanesi sono a un livello superiore, quasi da grossisti con ruoli da quadri ben precisi: c'è chi - come marito e moglie arrestati lunedì - riceve i carichi di merce e poi li dà a quanti stanno a livello più basso dell'organizzazione. Ma è chiaro che il quantitativo sequestrato dimostra come i due fossero un tassello importante nello smercio nell'area di Mestre.
Così come è possibile, adesso e grazie all'agenda, indirizzare le indagini verso i vertici dell'organizzazione, quasi sempre albanesi a loro volta o italiani. Il ritrovamento degli appunti darà anche la possibilità di capire da dove arrivava il carico di droga.

IL GIUDICE
A inquadrare i coniugi Dobroshi in un'organizzazione ci pensa lo stesso giudice per le indagini preliminari di Venezia, Claudia Gualtieri, nell'ultima pagina con cui convalida il fermo e dispone il carcere nei confronti della coppia.
«Deve osservarsi - scrive il gip - che un quantitativo di sostanza stupefacente quale quello sequestrato, peraltro di tre diverse qualità, è emblematico di un coinvolgimento ad alti livelli nel traffico si stupefacenti, sia in considerazione del costo di acquisto che della difficoltà di reperirne in tale misura, vista la prudenza che chi controlla i canali di approvvigionamento utilizza nei confronti degli estranei al giro». Un'estraneità che - almeno dal punto di vista formale - è testimoniata dalla fedina penale pulita della coppia, come ricorda la stessa ordinanza del giudice.

IL CONTESTO
Il carcere quindi sembra essere l'unica via possibile per limitare gli affari della coppia.
Inserita, e sono ancora le parole del giudice a dirlo, «in un inquietante contesto di traffico di stupefacenti».
Altra misura non limiterebbe i contatti con chi potrebbe rifornirli, sentenzia il gip.
Per il giudice è ancora impossibile che - come detto in udienza di convalida - Elona Dobroshi non avesse contezza di quello che stava succedendo.
Sia per il forte odore di marijuana e hashish conservate in casa, sia perché altrimenti non si spiegherebbe il comportamento della donna, alla guida dell'Opel Astra, quando lunedì, alla vista dei finanzieri, aveva fatto inversione come a voler scappare dal controllo, che poi si è rivelato fatale per i loro affari. Le indagini sono solo all'inizio.

 

Ultimo aggiornamento: 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci