Colpo al narcotraffico colombiano: la Guardia di Finanza di Trieste sequestra 4,3 tonnellate di cocaina. Arrestate 38 persone

Misure cautelari tra Italia, Slovenia, Croazia, Bulgaria, Olanda e Colombia. La droga pagata 96 milioni di euro

Martedì 7 Giugno 2022
Cocaina sequestrata
6

TRIESTE - Dopo l’estradizione negli Stati Uniti di “Otoniel” (al secolo Dario Antonio Usuga David), capo della temuta e potente organizzazione criminale del “Clan del Golfo”, un altro duro colpo al gruppo più importante tra i narcos colombiani è stato inferto dalle indagini del Nucleo PEF Guardia di Finanza di Trieste con la guida ed il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo giuliano. Dalla mattinata odierna oltre 60 finanzieri stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che coinvolge 38 persone tra Italia, Slovenia, Croazia, Bulgaria, Olanda e Colombia, tutte accusate di traffico internazionale di stupefacenti. Le attività investigative, protratte da più di un anno ed iniziate con la cooperazione della Magistratura e della Polizia Colombiana, unitamente all’Agenzia statunitense Homeland Security Investigations, hanno consentito di ricostruire la fitta rete di rapporti tra i produttori di cocaina sudamericani e gli acquirenti sul territorio nazionale ed europeo, facenti capo a noti contesti di criminalità organizzata operanti in Veneto, Lombardia, Lazio e Calabria. Nel mezzo della filiera di distribuzione, inoltre, sono stati individuati importanti broker e grossisti nonché vari addetti al trasporto, tutti oggetto delle odierne misure restrittive. Non solo investigazioni tecniche e di tipo classico: le evidenze probatorie, in questo caso, sono state raccolte anche mediante l’uso di agenti “sotto copertura”, che si sono infiltrati nell’organizzazione simulando di gestire la parte logistica dei traffici. La raccolta delle prove è stata resa possibile attraverso ben 19 “consegne controllate” consecutive, sviluppatesi fra maggio 2021 ed il maggio 2022, grazie alle quali sono stati individuati importanti mediatori nel sistema del narcotraffico mondiale e un cospicuo numero di vettori che operavano sia in territorio nazionale che estero. Sono 4.300 i kg netti di cocaina sottoposta a sequestro (uno dei più grandi sequestri mai avvenuti in Europa), che si stima pagata circa 96 milioni di euro dai gruppi criminali acquirenti.

Sul mercato italiano, invece, la vendita al dettaglio ne avrebbe più che duplicato il valore finale, arrivando ad un prezzo di almeno 240 milioni di euro. Nel corso dell’operazione, oltre a diversi veicoli, tra cui un TIR ed un SUV del valore di oltre 100mila euro, sono stati sottoposti a sequestro anche 1.850.000 euro in contanti : ingenti risorse finanziarie e patrimoniali sottratte oggi alla disponibilità di agguerrite organizzazioni criminali grazie al lavoro degli specialisti della Guardia di finanza, che hanno agito a stretto contatto ed in perfetta unità d’intenti con l’Autorità Giudiziaria. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà in data odierna presso l’ufficio del Procuratore della Repubblica di Trieste, Dott. Antonio De Nicolo, alle ore 11.30.

Le indagini, ecco come arrivava la droga

Arrivava dalla Colombia via aereo, anche se i venditori erano convinti giungesse al porto di Trieste via mare. A supporto della «fake news» le forze dell'ordine, che gestivano il trasporto, avevano prodotto anche documenti falsi ad hoc. Ma una volta giunta (già sequestrata) in Italia la cocaina veniva custodita in depositi sicuri e consegnata da interposti sotto copertura: 19 in tutto le consegne controllate dalle forze dell'ordine che hanno portato al contatto di diversi corrieri e broker. È la ricostruzione dell'operazione Geppo 2021 che ha portato al sequestro di oltre 4 tonnellate di cocaina e all'esecuzione, ancora in corso, di 38 misure cautelari. Gli esiti sono stati presentati durante una conferenza stampa in procura. All'origine dell'operazione, condotta dalla Gdf e coordinata dalla Dda di Trieste, la ricerca, come riferito da un contatto delle forze dell'ordine colombiano, di un porto sicuro in Italia da parte dei narcotrafficanti. Da qui la decisione di creare un finto hub nel porto di Trieste, «dove non è mai entrato un grammo di cocaina, ma abbiamo fatto credere che così avveniva», ha precisato il procuratore Capo, Antonio De Nicolo. Gli investigatori sotto copertura hanno quindi gestito il trasporto e il magazzinaggio della sostanza. E i circa 2 milioni sequestrati nel corso dell'operazione sono stati frutto di proventi ottenuti dalle consegne. «Venduto al dettaglio il quantitativo di stupefacente» sequestrato «avrebbe potuto raggiungere anche mezzo miliardo di euro», ha osservato il comandante del nucleo Pef di Trieste, Leonardo Erre.

Video

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci