Il piano del Comune: nuovo palasport a Tessera con il Recovery Fund

Martedì 2 Febbraio 2021 di Elisio Trevisan
L'area di Tessera dove potrebbero sorgere stadio, palasport e piscina

 Ancora una volta Luigi Brugnaro dribbla e punta al gol, anzi a canestro.

Mentre in città si continua a discutere tra sostenitori del palazzetto per la Reyer ai Pili e chi, invece, propende per la trasformazione del PalaExpo a fianco del Vega parco scientifico (anche perché i 40 e passa ettari dei Pili, pur se consegnati nelle mani di un blind trust, appartengono al patron della Reyer e quindi non si placano le polemiche sul conflitto d’interessi), il sindaco ha inserito nel Recovery Plan inviato in sordina lo scorso agosto a Roma il nuovo palasport, non da 10 mila ma da 15 mila posti, da realizzare nei terreni del Quadrante Tessera. Obbedendo a quanto aveva chiesto il Governo alle città metropolitane, ossia di inviare l’elenco dei progetti da finanziare con il Recovery Fund da 750 miliardi di euro, vale a dire lo strumento varato dall’Unione Europea per adottare le soluzioni condivise che servano a superare la crisi determinata dalla pandemia, il sindaco di Venezia e della Città Metropolitana ha approntato un documento in 30 punti che vale quasi 3,8 miliardi di euro. Punti molto dettagliati, tutti supportati da progetti ben precisi. Ebbene, al punto 10 c’è la “Nuova cittadella dello sport Metropolitana” che costa in totale 280 milioni di euro e prevede, oltre al nuovo stadio da 16 mila posti (valore 130 milioni), un palasport da 15 mila posti (costo 120 milioni di euro). È così che Brugnaro, con una sola mossa, rende obsoleto e superato il dibattito sulla localizzazione del palazzetto dello sport, e allo stesso tempo rilancia quello che era stato per anni un cavallo di battaglia del centrosinistra, ossia il Quadrante Tessera che, a dire la verità, già Gianni De Michelis a fine anni Ottanta aveva scelto come sede dell’Expo del 2000 poi tramontato. Nella cittadella dello sport, se il piano del sindaco verrà co-finanziato dal Governo, ci sarà posto pure per una piscina olimpionica (20 milioni di euro), un centro di atletica (10 milioni) e tutti i servizi connessi. «Il progetto nasce anche sulla base dei risultati positivi dell’esperienza fatta nell’ambito dell’Asse 3 e 4 del Pon Metro 2014-2020, dove si è puntato a prevenire e ridurre l’esclusione sociale attraverso il coinvolgimento dei cittadini nell’attività sportiva - scrive Brugnaro nel piano inviato alla presidenza del Consiglio dei ministri -. Questo nuovo polo sportivo, collegato con la ferrovia e adiacente all’aeroporto, avrà una valenza di carattere regionale e nazionale anche con possibili e rilevanti sinergie con le Olimpiadi invernali del 2026. Infine, la città metropolitana avrà finalmente adeguate strutture sportive per grandi eventi, e si darà spazio alle associazioni sportive dilettantistiche e professionistiche locali». Nel contributo del sindaco al “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, che le opposizioni criticano perché accusano Brugnaro di non averlo condiviso con i cittadini e tutte le forze politiche e perché sarebbe solo per Venezia e non per l’intera Città Metropolitana, c’è molto altro: si va da un insieme di progetti di manutenzioni dei rii e dei canali della laguna (per rendere i primi pienamente navigabili ed evitare che la seconda si interri), delle scuole, dei cimiteri con la costruzione di un nuovo e più moderno forno crematorio a Marghera, agli interventi diffusi nei comuni della Città Metropolitana per contrastare il dissesto idrogeologico, e, ulteriormente, alla digitalizzazione e potenziamento informatico del sistema di controllo e gestione del Servizio idrico integrato e del Sistema di raccolta dei rifiuti (con la sostituzione dei camion attuali con mezzi più ecologici). Dalla difesa idraulica delle isole minori e la difesa a mare di Pellestrina, al recupero funzionale ed efficientamento energetico del Polo museale veneziano e di altri edifici come il palazzo del Cinema e l’ex Casinò del Lido, edifici della Biennale ai Giardini, le Tese Sud, Forte Marghera, la cinta fortificata di terraferma, villa Erizzo, ex scuola De Amicis... E, ancora, dal completamento della rete antincendio del centro storico di Venezia al completamento dei marginamenti attorno a Porto Marghera per isolarla dalla laguna, fino all’esecuzione delle bonifiche dei terreni inquinati dell’area industriale; dal rilancio del distretto del vetro di Murano, con l’ampliamento della scuola Abate Zanetti e la creazione di un marchio, al rafforzamento e alla semplificazione della macchina amministrativa.

Ultimo aggiornamento: 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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