​L’orologio a pendolo che stregò
Alberto Sordi è ancora appeso al bar

Domenica 27 Dicembre 2015 di Paola Treppo
La pendola e Claudio Saccomano
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LESTIZZA (Udine) - È una pagina di storia del Friuli di una volta che ancora sopravvive quella che si legge tra le mura della due sale del “Bar al Telefono” di Nespoledo di Lestizza. «Qui ci si incontra ancora come una volta, anche per merito della comunità del borgo - spiega l’attuale gestore, Claudio Saccomano, 58 anni, che chiacchiera vivace e ha voglia di stare in compagnia -. Non è come in altri paesi, più moderni, dove non ci si saluta più e si va a fare la spesa nei centri commerciali».



Non a caso, il piccolo negozio di alimentari adiacente il locale, un vero e proprio spazio vendita vintage, è ben frequentato e, a sorpresa, non soffre per la crisi economica.

Qui nacque l'imprenditore della birra Luigi Moretti
«Alla gente piace venire a far la spesa da me; del resto il bar offre un servizio a 360 gradi, a partire dal sorriso e dal favore fuori orario». A Saccomano non è mai interessato far rientrare il locale tra quelli ufficialmente “storici”: «Ne abbiamo di cose da raccontare, viviamo bene anche senza targhe. Basta pensare che qui è nato Luigi Moretti, quel geniale imprenditore che, partito da zero, ha fondato il noto birrificio».

Dal 1800
La struttura originaria in cui è inglobata l’osteria ha secoli di vita ed è dal 1800 che ospita un locale pubblico, un tempo anche “tavola calda”, merceria, tabacchino e di tutto un po’. Poche ristrutturazioni hanno modificato gli ambienti originali, negli anni ’60, regalando al bar un bel bancone rosso acquistato di seconda mano.

La troupe di Monicelli
«Ero bambino quando la troupe di Monicelli ha girato proprio in questa via alcune scene del celebre film “La Grande Guerra”, tempi in cui mi nascondevo nelle celle frigo e le sentivo da mio padre. Allora tutto il paese fu ingaggiato per poche lire come comparsa e anche gli animali di Nespoledo hanno fatto la loro parte. Ricordo che i miei genitori incontrarono l’attore Alberto Sordi, subito innamorato di alcuni vecchi mobili del bar: “voglio quella credenza e quella pendola”, ha detto, “vi do i soldi per comprarne una nuova di zecca”. E così fu, ma solo per la “madia”, e mio padre, umile e onesto, acquistò al suo posto una credenza tra le più economiche, che s’è rovinata dopo poco e l’abbiamo buttata via. La pendola, invece, eccola lì, sopra il tavolino. A memoria».

Pezzi di storia come il telefono con la rotella
Il locale è uno dei pochi che continua a usare il telefono con la rotella; il bar è posto telefono pubblico e Claudio ha litigato parecchio con Telecom perché non dismettesse l’apparecchio nero a manovella: «il passato è la nostra storia - dice mostrando l’ultima ricevuta, ingiallita, della tavola calda, del ’75 -; per questo cerco di mantenere il più possibile ogni tradizione, oggetto e immagine dei nostri avi».

Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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