Stazione di Udine, la beffa degli ascensori: lavori iniziati a gennaio 2020 e mai completati

Domenica 23 Gennaio 2022 di Camilla De Mori
Stazione di Udine, la beffa degli ascensori: lavori iniziati a gennaio 2020 e mai completati

UDINE - A due anni dall'avvio dei lavori, ancora i primi ascensori al servizio della stazione di Udine (che ai livelli pre-pandemia macinava qualcosa come otto milioni di viaggiatori l'anno) non hanno trasportato nessun passeggero.

E il Covid non basta a giustificare il ritardo. Infatti, Rete ferroviaria italiana, interpellata in proposito, ammette che l'azienda appaltatrice che ha seguito l'intervento «non ha completato le lavorazioni» e che «sta già pagando le penali». Confidando che la situazione di stallo possa sbloccarsi presto nel prossimo futuro, Rfi si scusa con gli utenti per i disagi. In questo scenario non proprio confortante, la buona notizia è invece che finalmente le Ferrovie annunciano l'avvio, quest'anno, di un nuovo intervento (curato direttamente da Rfi) per proseguire l'innalzamento delle banchine: l'opera riguarderà il marciapiede fra il terzo e il quarto binario.


LA STORIA INFINITA
L'intervento per gli elevatori ha una storia infinita. Annunciata a dicembre 2019 durante un sopralluogo dell'assessore regionale Graziano Pizzimenti, l'opera, in partenza a gennaio 2020, nelle intenzioni si sarebbe dovuta ultimare entro giugno 2020 per 450mila euro. Poi, si sa, è arrivato il Covid a scombinare tutti i piani. A inizio giugno di quell'anno, però Rfi aveva annunciato la ripartenza dei lavori per l'installazione dell'elevatore sul primo binario e per le opere propedeutiche per realizzare anche l'ascensore sul marciapiede al servizio dei binari 5 e 6. Allora, la società prevedeva «di attivare entrambi gli ascensori entro fine 2020». Se l'attivazione però non c'è stata, il motivo c'è e non è legato alla pandemia. Rfi fa sapere che «i lavori sono pressocché finiti. Il motivo per cui gli ascensori nella stazione di Udine non sono ancora stati attivati è che l'azienda incaricata non ha completato le lavorazioni. Adesso sta già pagando le penali».
Il nodo non è di così facile risoluzione come si potrebbe pensare, perché mettere la firma su un intervento di questa portata (con le responsabilità che comporta) non è così scontato. «Bisogna capire come uscire da questa situazione di stallo. Ci sono alcune incombenze che dovrebbe svolgere comunque la ditta esecutrice», anche in caso di eventuale rescissione del contratto. «Purtroppo la ditta non ci sta aiutando. Rfi - fa sapere la società ferroviaria - spera di risolvere quanto prima la situazione e di poter consegnare gli ascensori il prima possibile. La società si scusa con i viaggiatori per questa situazione».
Rfi nel contempo annuncia che un altro intervento molto atteso partirà quest'anno: «I lavori per innalzare i marciapiedi tra il terzo e quarto binario saranno fatti quest'anno. L'opera sarà eseguita da Rfi in regime di interruzione».


PENDOLARI
«È una vergogna apocalittica. Sono due anni che aspettiamo gli ascensori», protesta Andrea Palese (Comitato pendolari Alto Friuli). «Se per due elevatori si sta così tanto tempo è chiaro che per velocizzare la Trieste-Venezia o per decidere dove fare una galleria staremo trent'anni. Si parla tanto di grandi opere, ma non riescono a fare neanche le piccole». «Serve un cambio di marcia da parte di Rfi. Se un fornitore non ha adempiuto a un contratto, si risolve il contratto e se ne prende un altro. Non esiste. È un servizio pubblico», sbotta.


MINORANZA
A protestare per la mancata attivazione degli ascensori in stazione è anche il consigliere regionale di Open sinistra Fvg (ed ex sindaco di Udine) Furio Honsell: «Abbiamo una stazione ancora ottocentesca, uno standard poco dignitoso per Udine. I marciapiedi vanno innalzati su tutti i binari. Altrimenti ogni volta bisogna sollevare a braccia le carrozzine». Restano sul tappeto anche gli altri problemi, rileva, a partire dalla mancata eliminazione dei passaggi a livello di Udine est, «dopo che hanno stracciato davanti alle telecamere il protocollo che avevo firmato».

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