Omicidio-suicidio di Visco/ Lascia il figlio
dai nonni prima di scatenare l'inferno

Sabato 21 Luglio 2012 di Daniele Paroni
La vittima, Samantha Comelli, e l'omicida suicida Michele Bertoia (foto Lancia)
UDINE - Non c' un assassino da rintracciare, nessuna vita da salvare, ma solo tre famiglie da consolare dopo l’omicidio-suicidio andato in scena ieri mattina a Visco, poco lontano da Palmanova.



In pochi secondi la furia omicida di un trentaduenne, Michele Bertoia, ha seminato morte e disperazione in pochi metri quadrati. Obiettivo di Bertoia era la cognata trentenne Samantha Comelli, freddata attorno alle 8 di ieri mattina con almeno due colpi esplosi con una pistola Glock calibro 9 semiautomatica, acquistata il giorno prima all'armeria di San Martino al Tagliamento.



Sulla premeditazione del gesto ci sono veramente pochi dubbi: Bertoia, da circa due anni, era sposato con Stefania, matrimonio dal quale era nato un bimbo ancora piccolo. E un altro particolare che rivela come l'omicida avesse programmato tutto, è che la sera prima il giovane aveva portato il figlio dai suoi genitori a Zoppola, quasi a volerlo proteggere da quanto sarebbe dovuto accadere il giorno seguente.



Del resto la storia d'amore fra Michele e Stefania stava traballando da tempo, anche se entrambi continuavano comunque a vivere al civico 122 di via San Martino a Visco. C'erano litigi, sì, ma come spesso capita nelle coppie. Lui ieri mattina, probabilmente con un banale pretesto, secondo alcune indiscrezioni avrebbe suonato alla porta della cognata dicendole che le aveva trovato un lavoro. Una scusa che ha agevolato l'ingresso in quella casa situata al primo piano.



Michele è entrato, si è intrattenuto qualche minuto, poi i due avrebbero deciso di bersi un caffè ed è in quel frangente che si sarebbe scatenata la furia omicida. Samantha non sapeva che il cognato aveva chiuso a chiave la porta d'ingresso. Con ogni probabilità - anche se sul movente i carabinieri stanno ancora cercando di ricomporre le tessere di un puzzle inquietante - l'omicida riteneva la cognata corresponsabile della crisi matrimoniale e che comunque per questo dovesse essere punita. Attorno alle 8 Michele ha sparato alla testa e alla schiena di Samantha almeno due colpi, ma potrebbero essere di più. Il primo a bruciapelo, il secondo quando la vittima ha cercato probabilmente di fuggire. Poi Michele si è puntato la pistola sotto il mento, uccidendosi.



Ad insospettirsi è stata la moglie di Michele, che si trovava nell'appartamento vicino, dopo aver osservato che in giardino c'erano le auto della sorella e del marito. Sapeva che il marito sarebbe rientrato per prendere la macchina aziendale della "Di Giusto Acciai" di Zoppola. Ha provato a bussare alla porta ma nessuno si è presentato ad aprire. Immediata la chiamata al 112. I carabinieri della compagnia di Palmanova, comandata dal capitano Alfio Gullotta, hanno adagiato una scala sul muro del terrazzo e quindi hanno sfondato la porta-finestra, facendo la macabra scoperta.



I due cognati erano a terra, entrambi già morti. A Visco sono accorse altre pattuglie dell'Arma e il furgone della squadra rilievi. La scena del crimine già alle 9 era totalmente isolata: attorno alle 11 in quella casa dove dominava la disperazione è arrivato il medico di famiglia per visitare i componenti della famiglia Comelli.



Alle 12 sono giunti sul posto anche il medico legale Carlo Moreschi assieme agli specializzandi, quasi contemporaneamente agli addetti delle onoranze funebri. L'anatomopatologo ha ispezionato le salme per verificare i fori di entrata e uscita dei colpi di pistola esplosi. Già oggi all'ospedale di Palmanova potrebbe essere effettuata l'autopsia.

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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