A Palmanova il nuovo hub per migranti, sarà il più grande del Friuli Venezia Giulia

Intanto il prefetto di Udine annuncia che entro due anni sarà chiusa la struttura della “Cavarzerani”

Venerdì 4 Agosto 2023 di Marco Agrusti
Dopo l'ospedale e la sede della Protezione Civile, Palmanova ospiterà anche l'hub regionale per i migranti

Jalmicco, frazione di Palmanova, provincia di Udine. È una frazione di 700 abitanti ma è già baricentrica perché ospita la sede regionale della Protezione civile e un ospedale.

Niente di paragonabile però a quello che sarà costretta ad accogliere. Sarà il piccolo borgo della città stellata patrimonio Unesco, infatti, ad ospitare il primo hub regionale per i migranti del Friuli Venezia Giulia. La decisione è presa, nonostante il prefetto di Trieste Pietro Signoriello si fosse limitato ad annunciare il termine della procedura, senza indicare il luogo. La sede scelta dalle Prefetture, coordinate dal commissario all’emergenza migranti (ed ex prefetto di Trieste nell’era Covid) Valerio Valenti, è ricaduta sull’ex caserma “Vinicio Lago”. 


LA STRUTTURA
Il sito militare oggi è abbandonato, divorato dall’erba alta. È di proprietà del Demanio militare, quindi sarà di fatto lo Stato, dal momento che la decisione è prettamente prefettizia e non politica, ad occuparsi della sua trasformazione. Un tempo ospitava il settimo battaglione di fanteria “Cuneo”. L’ex caserma era stata al centro di diversi progetti: da un complesso di alloggi convenzionati a un parco fotovoltaico. Invece diventerà la destinazione unica per i migranti che ogni giorno superano il confine tra l’Italia e la Slovenia completando la famosa rotta balcanica. 


L’ITER
L’hot spot da 300 posti non nascerà domani mattina. Ci vorrà un’opera di riqualificazione del sito. Ma la decisione è presa. E all’interno della stessa ex caserma troverà posto anche il centro per i rimpatri veloci, caldeggiato dalla Regione presieduta da Massimiliano Fedriga per alleggerire la pressione sul sistema dell’accoglienza diffusa ma anche su strutture come l’ex Caserma Cavarzerani di Udine. Il centro migranti principale del capoluogo friulano, infatti, tra due anni sarà completamente svuotato per far posto entro il 2028 a un parco, un archivio e soprattutto alla cittadella della sicurezza di pertinenza della Polizia di Stato. Solo in provincia di Udine oggi sono accolti 1.160 migranti provenienti dalla rotta balcanica. E il sistema fatica a reggere, come accade a Trieste dove i richiedenti asilo si sono accampati nel parcheggio “Silos”, a due passi dalla stazione ferroviaria. 
Come funzionerà il nuovo hot spot nel cuore del Friuli Venezia Giulia? «È una struttura assolutamente necessaria - ha spiegato ieri l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti - e farà in modo che ogni migrante rintracciato sia poi smistato rapidamente verso altre regioni. Il centro per i rimpatri, invece, ci auguriamo ponga fine a un’emergenza che il Friuli Venezia Giulia non può più gestire da solo». 


LA POLEMICA
La deputata friulana del Partito democratico Debora Serracchiani ieri ha chiesto chiarezza su tempi e modi di realizzazione dell’hot spot al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Gli chiediamo di dettagliare con la massima precisione il luogo in cui dovrebbe sorgere la struttura, i tempi previsti per il suo completamento e piena operatività, il numero massimo di persone che si prevede possano esservi ospitate, le misure che saranno adottate nel frattempo per gestire i flussi dei migranti in arrivo, quale contingente di nuovo personale delle forze dell’ordine sarà assegnato alla struttura, quante unità di personale amministrativo saranno assegnate al disbrigo delle pratiche, se il ministero prevede di assegnare la gestione della struttura tramite bando». Polemico il consigliere regionale del Pd ed ex sindaco di Palmanova Francesco Martines: «Se così sarà, allora vorrà dire che per una seconda volta si vuole mortificare la città di Palmanova, dopo aver negli ultimi anni depotenziato un ospedale di eccellenza a vantaggio di Monfalcone e Latisana, Comuni in mano al centrodestra». E il suo successore Giuseppe Tellini rincara: «Ribadiamo un secco no all’ipotesi. Se Stato e Regione hanno un progetto in questo senso lo dicano espressamente e subito, non si passi ancora una volta sopra la testa di chi amministra questo territorio».

Ultimo aggiornamento: 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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