UDINE - «Troppo "vecchi" per la Neuropsichiatria infantile e troppo giovani per la Psichiatria per adulti».
L'EPISODIO
Protagonista un 17enne pakistano, con «un disturbo da stress post traumatico complesso», come spiega Sartori. «Ha sempre aiutato gli operatori e gli altri ragazzi. Ma oltre un anno fa, a novembre 2022, è stato preso in carico dal Csm di San Daniele perché aveva episodi d'ansia molto violenti. Il 20 luglio ha fatto accesso in Pronto soccorso per la somministrazione di una terapia che gli permettesse di evitare le somministrazioni quotidiane che aveva difficoltà a prendere a causa del suo disturbo. Poi, è fuggito dal Centro di salute mentale il 21 luglio, per raggiungere la comunità a Fagagna. Si è fatto 10 chilometri correndo. Abbiamo allertato le forze dell'ordine, perché era un minore in strada sotto psicofarmaci e per la sicurezza della comunità, perché nei momenti di crisi psicomotoria la patologia prende il sopravvento», racconta Sartori. In comunità, «gli operatori lo hanno portato in un'area lontana dagli altri ragazzini, al sicuro anche per lui». A quel punto «sono arrivati i carabinieri. Sono andata a recuperare la sua tutrice e, quando è arrivata, in accordo con il Csm abbiamo allertato il servizio di emergenza sanitaria per far venire l'ambulanza». Sarebbero seguite - a detta di Oikos - diverse interlocuzioni su dove fosse meglio portare il ragazzo, sfociate in quello che Sartori definisce «un impasse», finché, alla fine, dopo vari passaggi, il 17enne sarebbe «stato portato all'ospedale di Udine, con la scorta dei carabinieri», a quanto riferisce Sartori. «Alla fine è stato ricoverato nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, dove abbiamo trovato personale meraviglioso. La Neuropsichiatria infantile non poteva prenderlo perché ha superato i 16 anni. La sua età è una terra di confine. Per la Neuropsichiatria infantile è troppo grande, per il Csm è troppo piccolo. Adesso per fortuna la crisi è rientrata e stiamo cercando di capire la collocazione più idonea per lui, che sarebbe una comunità terapeutica. Ma bisogna capire dove. Fra poco compirà i 18 anni e bisogna trovare un centro che preveda un lungo termine. Questa fascia di età è "grigia". Un po' come Balto, il personaggio dei cartoon: non è un cane, non è un lupo, sa soltanto quello che non è», dice la coordinatrice. Per il caso del ragazzino il presidente di Oikos fa sapere che «abbiamo scritto una lettera di riconoscimento del merito per i carabinieri, per come si sono comportati. E, per contro, abbiamo anche fatto una lettera di segnalazione sul comportamento dell'operatore della centrale operativa Sores», dice Tonutti.
I NODI
Di casi seri come quello del 17enne, «a Fagagna ne abbiamo visti tre in 4 anni. Ma so di altri casi anche in altre comunità. Di ragazzi presi in carico nel Csm, ne abbiamo avuti diversi», spiega Sartori. «In media uno su 20 minori stranieri accolti ha degli strascichi che ci portano a farli seguire dallo psicologo», conferma Tonutti. «Sono ragazzi che in qualche caso sono stati abusati, o venduti come schiavi o oggetti sessuali. C'è una piccola percentuale che ha problemi psicotici che spesso sfociano in episodi di autolesionismo e talvolta in tentativi di suicidio. I 17enni si trovano in un'età ibrida in cui spesso si assiste a un rimpallo fra la Psichiatria infantile e quella degli adulti». Ma anche quando non si arriva alle patologie conclamate, il ricordo dei traumi passati può manifestarsi all'improvviso. «Una volta abbiamo portato i ragazzi in val Resia - racconta Tonutti - e in 4 hanno avuto attacchi di panico nei pressi di un fiume vicino al bosco in quanto gli si è attivato un "trigger" che gli ha fatto ricordare quanto passato lungo la rotta balcanica».
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