Profughi, la caserma Cavarzerani vicina al collasso. Raggiunto il tetto massimo

Situazione al limite per il centro di accoglienza straordinario che ha raggiunto il limite di 540 persone

Venerdì 16 Giugno 2023 di Camilla De Mori
L'ex caserma Cavarzerani

UDINE - A Udine, come ogni estate - se si esclude il periodo pandemico - l’ex Caserma Cavarzerani, centro di accoglienza straordinario, torna a riempirsi di profughi, che arrivano nel capoluogo friulano seguendo la rotta balcanica. La soglia massima (che è salita nel tempo, rispetto agli iniziali trecento migranti) di capienza della struttura è ormai a un passo dall’essere valicata.

Ma il Prefetto di Udine Massimo Marchesiello assicura che per ora la situazione è sotto controllo, per quanto «al limite».

Il prefetto

«In Cavarzerani ci sono 540 persone. In attesa di accoglienza circa quaranta», spiega il Prefetto Marchesiello. I numeri sono ai limiti? «Per ora al limite», garantisce il rappresentante del Governo. Il tetto, infatti, è proprio «540». Ma Marchesiello tiene a rassicurare i cittadini: «Non sono segnalate situazioni di criticità», assicura infatti Marchesiello. L’assessore comunale udinese Stefano Gasparin fa sapere che «dobbiamo mettere in agenda un incontro con la Prefettura» per fare il punto sulla situazione.

I precedenti

Lo scorso anno il copione si era ripetuto. Ad agosto 2022, come riportato dalle cronache, il numero dei richiedenti asilo ospitati nell’ex caserma di via Cividale era arrivato sopra quota settecento, tanto che la Prefettura aveva chiesto aiuto ai vigili del fuoco, che avevano messo a disposizione in poche ore 120 letti. 
All’epoca, in provincia, erano a disposizione 1.600 posti per i profughi, di cui 440, però, erano riservati agli ucraini: così, a strutture ormai piene, tutti i nuovi arrivati confluivano alla Cavarzerani. L’ex caserma “scoppiava” anche nel settembre 2022, visto che il numero dei migranti accolti, allora, si avvicinava alle novecento persone, stipate in situazioni rese sempre più precarie dall’affollamento. 
Per questo, in quell’occasione la Prefettura aveva dato lo stop a nuovi accoglimenti nell’ex caserma di via Cividale, perché il centro di accoglienza, ormai saturo, non era in condizione di ricevere altri migranti. 
Ma in passato, ormai diversi anni fa, quando i profughi arrivavano a maxi ondate, alla Cavarzerani erano arrivate anche fino a mille persone.

La nuova strada

Ma il problema è anche il “dopo” Cavarzerani, per chi ha ottenuto la protezione internazionale o è sulla buona strada. Sui migranti la giunta De Toni ha tentato fin da subito la grande “virata”, cercando di riattivare il progetto della rete Sai (Servizio di accoglienza e integrazione) per la categoria “ordinari” che comprende adulti e famiglie senza particolari vulnerabilità sanitarie, titolari di protezione internazionale o di permesso di soggiorno per la richiesta di asilo politico. L’obiettivo dichiarato è quello di accogliere (per un periodo da sei mesi a un anno) in strutture comunali le persone che escono dai Centri di accoglienza come la Cavarzerani per proseguire nell’integrazione con corsi di lingua italiana, formazione, avviamento e inserimento nel mondo del lavoro. 
Nel triennio 2020-2022 erano state così accolte 143 persone, fra cui una famiglia con due figli minori: 67 beneficiari erano usciti con un contratto di lavoro in tasca. 
Ma a bloccare quel progetto era stato l’ex sindaco Pietro Fontanini il 31 maggio del 2022. Tuttavia, in forza di una proroga concessa dal ministero dell’Interno per dare ai migranti la possibilità di trovarsi un altro alloggio, l’iniziativa di fatto si è chiusa a fine aprile 2023.
Nelle scorse settimane, il Comune ha mandato una richiesta per tentare di riaprire il progetto. Non sono mancate critiche da parte della minoranza. In prima linea, a tuonare contro l’idea, proprio Fontanini.

Ultimo aggiornamento: 17:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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