Immigrati si inverte la "rotta", i sindaci chiudono le porte: «Non ci sono più posti»

Martedì 1 Novembre 2022 di Loris Del Frate
Migranti della rotta balcanica

TRIESTE - UDINE - Trieste e Udine. Sono queste le due città in regione che attualmente stanno soffrendo di più per il carico di immigrati irregolari provenienti dalla rotta balcanica. Nel capoluogo regionale, infatti, il problema è decisamente pressante anche perchè in certe giornata ci sono stranieri che dormono ai bordi delle strade o sulle Rive. A Udine, invece, le strutture sono piene, anzi, praticamente al collasso in particolare l'ex caserma Cavarzerani. A questo si aggiunge il fatto che da tempo non vengono eseguiti trasferimenti, in altre regioni, nè ci sono stati travasi su altri territori del Friuli Venezia Giulia.

Vanno un po' meglio le cose a Pordenone e provincia dove dalla Prefettura arriva un segnale chiaro. «Possiamo dire che per ora la situazione è ampiamente sotto controllo - spiega uno dei dirigenti - e non sono emerse problematiche particolari».

I SINDACI
Resta il fatto che il segnale più luminoso arriva dai primi cittadini. A parlare per tutti il presidente dell'Anci regionale, il pordenonese Dorino Favot. «Una cosa è sicura - spiega - in regione non ci sono più spazi per ospitare nuovi flussi di migranti. È vero che salvo alcune zone dove il problema è pressante, il resto della regione non ha una presenza massiccia, ma in ogni caso non ci sono più spazi. È anche naturale - conclude - che si rende necessario attuare il maggior numero possibile di trasferimenti, proprio per dare respiro alle zone maggiormente pressate».

LA SITUAZIONE
A Pordenone nel hub dell'ex caserma Monti ci sono ancora alcuni posti liberi. Questo non significa, però, possano essere occupati con trasferimenti da una provincia all'altra. «Stiamo monitorando attentamente la situazione - spiega l'assessore Emanuele Loperfido - e posso dire che fortunatamente allo stato la situazione è tranquilla. Questo, però, non significa che ci sono posti disponibili in città, compreso il sito della Monti dove c'è solo la disponibilità in caso di emergenze. Impensabile, quindi, ritenere che Pordenone possa accogliere altri immigrati».

UCRAINA
Anche se si tratta di situazioni completamente diverse c'è da aggiungere che in regione ci sono più o meno 5 mila profughi provenienti dall'Ucraina in guerra con la Russia. Sono in gran parte donne, bambini e anziani. La maggioranza è ospitata in famiglie, sono poco più di cinquecento, invece, quelli che vivono in case di proprietà dei Comuni. Anche su questo fronte i sindaci sono chiari: non è possibile accettarne ancora, anche se per questioni umanitarie sarebbero comunque in molti a fare spazio per alloggiarne altri nel caso di nuovi arrivi.

LA POLEMICA
«Siamo lontani mille miglia dal mondo che immagina Gianfranco Schiavone dell'Ics». Lo dichiara in una nota Claudio Giacomelli, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale, in merito al comunicato che Schiavone ha emanato per rispondere alle dichiarazioni di Lorenzo Tamaro del Sap. «Bene ha fatto Tamaro - continua l'esponente di Fratelli d'Italia - a richiamare l'attenzione delle istituzioni sul fenomeno ormai dilagante dell'immigrazione clandestina che arriva in città dalla rotta balcanica. La città che noi vogliamo non comprende piazza della Libertà trasformata in un accampamento di disperati bisognosi di tutto, non prevede decine e decine di ragazzi che escono dai boschi e scendono in città in autobus. Non prevede - continua Giacomelli - strutture sovraffollate come il campo di Prosecco o la Cavalzerani a Udine, con altri disperati che dormono all'addiaccio. E, con buona pace del signor Schiavone, che incassa ingenti fondi statali per la gestione degli immigrati, le città non possono nemmeno diventare terreno di scontro di bande di soggetti che si azzuffano e si accoltellato per il controllo del territorio e delle zone di spaccio».
 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 21:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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