Preganziol. Villa Franchetti, il gioiello che non si riesce a vendere

Il valore stimato oggi è pari a 10.3 milioni di euro. La Provincia ha provato a venderla anche a pezzi, ma nulla

Martedì 15 Agosto 2023 di Mauro Favaro
Villa Franchetti

PREGANZIOL (TREVISO) - La vicenda infinita di villa Franchetti. La storica dimora di Preganziol resta nel piano delle vendite messe in conto dalla Provincia, ente proprietario della storica dimora che si affaccia sul Terraglio. Il valore stimato oggi è pari a 10.3 milioni di euro. Sembra un tesoro. E sul piano storico-architettonico lo è. Non potrebbe essere altrimenti per il complesso innalzato tra il 1680 e il 1700 in uno dei luoghi di villeggiatura favoriti dai patrizi veneti. Come è noto, i primi proprietari furono i nobili Albrizzi, noti mercanti di stoffe. Tra loro, Isabella Teotochi Albrizzi che qui stabilì il suo salotto letterario. Il grande parco ispirò i Sepolcri di Ugo Foscolo e, tra gli altri, vide passeggiarvi il poeta Ippolito Pindemonte e lo scultore Antonio Canova. Il punto è che non si riesce a trovare un modo per far rivivere la villa e il suo grande parco. Per il momento non è bastato nemmeno il sopralluogo dello scorso febbraio di Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura.

La vendita che non riesce

Nel 2010 villa Franchetti era stata data in concessione a Fondazione Cassamarca. Si puntava a trasformarla in un campus universitario di livello internazionale. Ma poi il progetto andò a monte anche a causa delle difficoltà economiche vissute all'epoca dalla Fondazione. Stefano Marcon, presidente della Provincia, probabilmente ha pensato anche a questo quando alla presentazione del progetto per accompagnare le associazioni sportive alla ricerca di finanziamenti, la settimana scorsa ha smorzato l'entusiasmo con il quale Dino Ponchio, presidente del Coni Veneto, aveva auspicato che Cassamarca mettesse dei soldi per sostenere il mondo dello sport trevigiano. «Diciamolo a bassa voce, che magari vengono a prenderseli piuttosto che a darceli - ha scherzato Marcon - diciamo che Fondazione ha vissuto vicissitudini particolari, anche se adesso ha ripreso ad andare». Dopo l'epoca Cassamarca, la Provincia ha provato a vendere villa Franchetti. Anche a pezzi, cioè definendo delle porzioni. Ma senza mai trovare acquirenti. L'ultimo tentativo per 13.3 milioni di euro è andato a vuoto lo scorso novembre. Fino a febbraio, quando c'è stata la visita di Sgarbi. Il sottosegretario ha velocemente accantonato l'idea di trasferire la struttura al ministero o di venderla: meglio affidarla a un privato senza fargli pagare nulla e avendo in cambio i necessari interventi di sistemazione e manutenzione. Ha immaginato il futuro della storica dimora come relais, ristorante o come padiglione della Biennale, con annesso parco letterario. I contatti non gli mancano. Dopo aver chiamato il Fai, Fondo per l'ambiente italiano, Sgarbi ha detto che avrebbe contattato pure Intesa Sanpaolo, Mediolanum e la stessa Biennale di Venezia.

Dal parco della villa aveva telefonato anche a Marcello Minenna, assessore regionale all'ambiente in Calabria, già direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, oggi sotto indagine per presunti favori all'imprenditore ed ex deputato leghista Gianluca Pini nell'ambito di un'operazione riguardante l'acquisizione di mascherine nel primo periodo dell'emergenza Covid.

Braccio di ferro per l'Imu

Intanto ha preso forma anche un braccio di ferro tra la Provincia e il Comune di Preganziol. Quest'ultimo ha presentato al Sant'Artemio un conto di quasi 100mila euro di Imu da pagare per villa Franchetti (dal 2017 al 2021). Secondo la Provincia, però, non ci sono conti da saldare in quanto la villa doveva essere usata con scopo didattico. Da qui il ricorso alla commissione tributaria. Adesso si riparte dall'inizio. Cioè dal nuovo inserimento della dimora lungo il Terraglio nel piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari del Sant'Artemio. 

Ultimo aggiornamento: 12:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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