Guerra sull'Imu di villa Franchetti di Preganziol, il Comune chiede alla Provincia il pagamento di 100mila euro. Il caso in Commissione

Venerdì 27 Gennaio 2023 di Mauro Favaro
Guerra sull'Imu di villa Franchetti di Preganziol, il Comune chiede alla Provincia il pagamento di 100mila euro

PREGANZIOL (TREVISO) - Dopo non essere riuscita a vendere villa Franchetti, ora la Provincia è anche chiamata a pagare quasi 100mila euro di Imu proprio per il fatto di essere proprietaria degli storici immobili che sorgono lungo il Terraglio. A tanto ammonta il conto che il Comune di Preganziol ha presentato al Sant'Artemio. La cifra è uscita sommando gli importi dell'imposta municipale non versata, o coperta solo parzialmente, negli ultimi cinque anni: dal 2017 al 2021. Da qui l'ingiunzione di pagamento per un totale di 96.351 euro, compresi interessi e sanzioni amministrative. La Provincia, però, non ci sta. E ora ha impugnato gli avvisi di accertamento presentando ricorso alla Commissione tributaria provinciale di Treviso. Sempre per la stessa ragione, negli anni scorsi il Comune aveva bussato anche alle porte di Fondazione Cassamarca, che gestiva la storica dimora in concessione. Fatto sta che la proprietà è sempre rimasta in capo al Sant'Artemio.

Tra l'altro tra la stessa Provincia e il Comune di Preganziol non sono mancati gli attriti per quanto riguarda il futuro di villa Franchetti. Adesso c'è un motivo in più.

Il commento

«Ma la questione dell'Imu è puramente tecnica. Non ha nulla di politico - chiarisce il sindaco Paolo Galeano - in base alle norme, gli uffici sono chiamati a procedere con questi atti tecnici. In caso contrario potrebbe anche profilarsi l'ipotesi di danno erariale». Questo è il quadro. La Provincia, però, non legge la vicenda allo stesso modo. Da quanto si apprende, villa Franchetti potrebbe essere stata inquadrata come un immobile sede di attività istituzionali. Un aspetto, questo, che la escluderebbe dal pagamento dell'Imu. Ma negli ultimi anni gli storici edifici sono rimasti a lungo chiusi. Ora toccherà alla Commissione tributaria sbrogliare la matassa. «Si ritiene di dover impugnare gli avvisi di accertamento avanti la Commissione tributaria provinciale di Treviso, non ritenendo fondati i presupposti che li supportano», specificano dal Sant'Artemio. Il presidente Stefano Marcon ha già firmato il decreto che affida la difesa della Provincia a Carlo Rapicavoli, tra l'altro direttore generale dell'ente, Massimo Bisiach, funzionario del settore Affari legali, e Sebastiano Tonon, legale del foro di Venezia. Al momento è stata stanziata una somma di 2.250 euro. Quel che è certo è che una volta villa Franchetti era un fiore all'occhiello. Adesso, invece, si è sempre più trasformata in un peso economico-finanziario insostenibile per le casse pubbliche.

La villa

Marcon aveva sostanzialmente scelto queste parole per spiegare la decisione di metterla in vendita, per intero o anche attraverso la multiproprietà, mantenendo in qualche misura la fruibilità pubblica. «L'alienazione si rende necessaria perché, purtroppo, non ci sono più le condizioni che vedevano questi beni preziosi considerati come fiori all'occhiello culturali, rappresentativi e di prestigio per chi li possedeva aveva scandito oggi il vento è cambiato. E più che fiori all'occhiello, con rammarico non sono più dei beni, ma sono dei pesi economico-finanziari insostenibili, soprattutto per una pubblica amministrazione». La cessione della storica dimora e del suo parco lungo il Terraglio a Preganziol era stata approvata a maggioranza. Tra mille polemiche. Il prezzo a base d'asta era stato fissato in quasi 13,5 milioni di euro. L'iniziativa era ancora più importante dopo la bocciatura del progetto per il recupero del parco di villa Franchetti nell'ambito del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, con riferimento alla sezione specifica dedicata ai programmi per valorizzare l'identità dei luoghi, tra parchi e giardini storici. Il Sant'Artemio aveva previsto una serie di lavori, per un importo totale di 2 milioni di euro, con l'obiettivo di recuperare da cima a fondo il verde che ispirò i Sepolcri di Ugo Foscolo e che, tra gli altri grandi, vide passeggiare il poeta Ippolito Pindemonte e lo scultore Antonio Canova. Ma il finanziamento richiesto non è stato accettato. Poi è arrivata l'asta, con scadenza per lo scorso novembre. Ed è andata deserta. La Provincia aveva anche valutato una possibile riapertura dei termini. Ad oggi, però, le cose non sono cambiate. A parte la richiesta di pagare quasi 100mila euro di Imu. Piove sul bagnato.
 

Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 11:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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