Il giallo di Sofiya. L'amante: «Pascal? Me lo presentò come un cugino»

Sabato 23 Dicembre 2017 di Laura Bon
Sofiya e Pascal
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CORNUDA - Una convivenza traballante ma lunga 16 anni. Un tenore di vita elevato. Una serie di avventurose relazioni (due certe, forse tre) da cui sgorgavano soldi e benefit di vario genere a vantaggio della coppia in un indecifrabile caleidoscopio di mezze verità e di piccole o grandi bugie. Decriptare la vita di Sofiya e Pascal significa avvicinarsi alla verità in una vicenda che offre pochi appigli. Ma decriptarla non è facile. Non lo è per chi sta indagando sulla scomparsa della 43enne ucraina, e neanche per la famiglia di Pascal Albanese, vittima pure lui di una relazione talmente contorta da diventare ingestibile. 

LA ROTTURAQuesto equilibrio perfetto si è spezzato fra l'11 e il 15 novembre, date all'interno delle quali Sofiya ha pronunciato l'ultima piccola menzogna e la prima grande verità, quella che ha portato alla sua scomparsa e al suicidio di Pascal. Una bugia: «Lui è mio cugino». Una verità: «Ti lascio per sempre». L'11 novembre, letta sotto questa luce, diventa una data critica nella ricostruzione degli eventi. Sofiya, infatti, presenta al compagno Pascal il medico trevigiano con cui aveva intrecciato la sua più recente relazione. Un ultra 50enne di origini meridionali, con storie già finite alle spalle, la voglia di ricominciare e un carattere generoso e sensibile. L'incontro avviene l'11 novembre nella villetta di via Jona a Cornuda dove il professionista si sarebbe recato su pressione della donna per prendere delle misure tecniche in mansarda. E Sofiya gli presenta Pascal come fosse suo cugino, secondo quanto raccontato dal medico. Quasi vi fosse fra i due un tacito accordo...
 
 

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