Alessandro, morto a 32 anni. L'amico: «Alcol alla festa. Ero con lui, poi non l'ho più visto»

Mercoledì 28 Aprile 2021 di Alberto Beltrame e Pio Dal Cin
Alessandro Ricci, morto a 32 anni
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SUSEGANA - «Alessandro aveva preso il mio telefonino, l'ho seguito un po' per la campagna ma poi sono scivolato e ho desistito. Non l'ho più visto, ma pensavo fosse riuscito a farsi venire a prendere. Non potevo chiamarlo perché aveva il mio cellulare e il suo era scarico, ma pensavo ci saremmo visti l'indomani per riaverlo». Così ha raccontato agli inquirenti l'amico bellunese che per ultimo ha visto in vita Alessandro Ricci, il 32enne trevigiano di origini brasiliane e padre di una bimba di 2 anni scomparso la notte tra sabato e domenica e ritrovato privo di vita ieri pomeriggio in un sifone dell'Enel in zona Crevada.

Le ricerche erano scattate dopo la denuncia dei genitori, la madre Fulvia Lucia e il padre Gabriele Ricci, direttore tecnico dell'Agribeton di Treviso. Lunedì, accanto al canale d'irrigazione dietro al piccolo centro commerciale di Crevada, erano state ritrovate le sue scarpe del 32enne. Un elemento che ha portato a pensare che Alessandro le avesse sfilate per entrare volontariamente in acqua. Forse proprio per recuperare il telefonino prestatogli dall'amico con cui aveva fatto diverse allarmanti telefonate pochi attimi prima di sparire. Una tragica fine dopo il weekend passato a Collalto dove, sabato pomeriggio, si era trovato con alcuni amici.


IL PRANZO FRA AMICI

Il 32enne si era dato appuntamento con quattro coetanei (altri tre trevigiani e il bellunese) nella seconda casa della sua famiglia a Collalto. Avevano pranzato e passato il pomeriggio in compagnia. Poi verso le 19, stando a quanto ricostruito, si era spostato con il cadorino verso Crevada. Erano entrambi in preda ai fumi dell'alcol e in quelle condizioni scendere dalla collina in auto sembrava impossibile. Per questo si sono fermati a casa di un conoscente del bellunese, non lontano dal negozio di vini Astoria. Gli hanno chiesto ospitalità e lui, papà di due bimbi piccoli, ha acconsentito a farli dormire davanti casa, ma in auto. Visto l'atteggiamento molesto dei due 32enni però l'uomo aveva chiesto loro di allontanarsi.


LE TELEFONATE

Ricci il bellunese hanno deciso di levare il disturbo, ma senza prendere l'auto con cui erano arrivati. È in quel momento che tra i due sarebbe nato uno screzio. «Il suo cellulare era scarico, così si è preso il mio e ha cominciato a chiamare amici e parenti» ha raccontato l'amico. «Venitemi a prendere» ha chiesto Alessandro. Ma, anche a causa delle restrizioni agli spostamenti legati al coprifuoco, nessuno si è detto disponibile. In una telefonata ha riferito anche di essere inseguito, ma non si sarebbe trattato che dell'amico che voleva tornare in possesso del suo di telefonino. «Chiamate la polizia, sono vicino alla scritta Astoria» avrebbe anche detto. I due sarebbero stati visti correre per la strada a perdifiato. «Dopo un po' pensavo avesse trovato qualcuno per essere riportato a casa, sono tornato verso l'auto e poi a casa di un amico a Conegliano».


LE RICERCHE

I primi a mobilitarsi, la notte tra sabato e domenica, sono i genitori di Alessandro, che contattano polizia e carabinieri e si dirigono da Treviso a Crevada. Lo cercano in tutta la zona, ma del figlio non c'è traccia. Il giorno successivo, domenica, riescono a rintracciare l'amico bellunese, che ricostruisce loro la serata. «Non c'erano altre persone, ero io che lo seguivo, ma poi sono scivolato e mi sono fermato» ha spiegato offrendosi di dare il suo aiuto nelle ricerche. Sommozzatori, vigili del fuoco e polizia hanno passato al setaccio strade e campi, fino al ritrovamento delle scarpe del 32enne, accanto al canale. È stato così deciso di chiudere le condotte e, dal fondo del fiume, è spuntato il cellulare del bellunese. È stato utilizzato anche un drone, ma la svolta è arrivata con i sommozzatori: il corpo giaceva nel sifone della canaletta. Nel taschino il suo cellulare, scarico. Cosa sia successo lo dovrà ricostruire la squadra mobile. Sul corpo di Ricci non sono stati trovati segni di violenza. Una delle ipotesi è che il giovane si sia immerso nell'acqua per recuperare il telefonino dell'amico, caduto nel canale. Oppure che lo abbia fatto per altri motivi, ancora da chiarire. Quel che è certo è che prima di avvicinarsi al corso d'acqua si è tolto le scarpe. Una circostanza che dovrà essere vagliata dal sostituto procuratore Giovanna De Donà.

Ultimo aggiornamento: 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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