SUSEGANA - «Sono sconvolto. Mi spiace di averli mandati via ma erano ingestibili e ho avuto paura per i miei bimbi e per i problemi che avrebbero potuto creare con il vicinato». La penultima persona ad aver visto in vita Alessandro Ricci è Antonio (nome di fantasia, ndr) un padre di famiglia e amico del 32enne bellunese che vive a Crevada.
L'INCONTRO
«Conosco solo il ragazzo della provincia di Belluno ha raccontato ieri l'uomo, Alessandro invece non lo avevo mai visto. Il cadorino è arrivato sabato notte accompagnato dal suo amico, erano in uno stato alterato tutti e due. Erano passate da poco le 2, quindi era già in vigore il coprifuoco e per questo mi hanno chiesto se potevo ospitarli per la nottata. Viste le condizioni in cui si trovavano ho acconsentito, ma solo a patto che stessero tranquilli. Ho due bambini piccoli in casa e non volevo che fossero disturbati dalla presenza di due persone ubriache. Li ho invitati quindi a dormire dentro l'auto, fuori dalla mia abitazione ma la riparo in giardino, giusto per smaltire la sbornia». A quel punto però la situazione sarebbe precipitata: «Si sono risentiti e hanno iniziato a dare in escandescenze, a fare rumori e ad alzare la voce prosegue il testimone. Il luogo dove vivo è tranquillo e non potevo rischiare che i due svegliassero il vicinato e disturbassero la mia famiglia. Ho chiesto loro di allontanarsi, minacciando che altrimenti avrei avvertito le forze dell'ordine, anche se non lo ho fatto. Poi c'è stato un battibecco tra loro e mi sembra che uno dei due abbia strappato il cellulare all'altro. Si sono dileguati e non li ho più visti».
IL RIMORSO
L'uomo è scosso dall'intera vicenda e ieri è tornato nel punto delle ricerche per capire se Alessandro fosse stato ritrovato: «Sono molto turbato da questa storia. Cosa avrei dovuto fare? Erano ingestibili e ho dovuto allontanarli. Ho pensato ai miei cari e non ho avuto dubbi. Non sarei riuscito a tenerli a bada entrambi e penso che chiunque al mio posto avrebbe fatto la stessa cosa per tutelare l'incolumità della famiglia. Viviamo in un posto tranquillo dove non siamo abituati a schiamazzi e rumori. Penso di aver fatto la cosa giusta anche se la morte di Alessandro mi ha distrutto». L'uomo è stato ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti, fin da subito aveva descritto i due amici fornendo un identikit della vittima estremamente realistico rispetto ad altri presunti avvistamenti. «Non so che dire. Sono profondamente addolorato per quello che è successo. Ho raccontato tutto, non avrei mai potuto pensare che si arrivasse a questo punto».