Ponti e strade da ristrutturare:
La Provincia: "Servono 60 milioni"

Sabato 1 Settembre 2018 di Mauro Favaro
La provinciale di Sarmede: il terrapieno ha ceduto nei giorni scorsi ma sono molte le strade da ristrutturare
Un piano da oltre 60 milioni di euro per mettere in sicurezza le strade e i ponti della Marca. E’ quello che la Provincia ha inviato al ministero delle Infrastrutture. Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, il ministro Danilo Toninelli ha invitato tutti gli enti a fare il punto sulle condizioni delle opere attraverso un monitoraggio straordinario dello stato di conservazione e manutenzione. Il Sant’Artemio ha sfornato un elenco di dieci interventi, in ordine di priorità. Il conto totale è di oltre 60 milioni. Di questi, 2,1 milioni servirebbero per lavori di massima urgenza lungo le strade provinciali “Pedemontana del Cansiglio”, che attraversa le frazioni di Sarmede, Rugolo e Montaner, e “Generale Giardino”, che passa per Borso del Grappa. Sono queste due le strade più a rischio della Marca.
 
Il pericolo maggiore arriva dalle frane, a causa delle condizioni di dissesto idrogeologico, che mettono a repentaglio la sicurezza di chi passa in auto, in moto o anche in bici. Bisogna consolidare quanto prima i muri di sostegno, rinforzare le carreggiate, rivedere la regimazione idraulica e installare nuove reti di protezione paramassi. Per la strada di Sarmede servono 1,3 milioni. Per quella di Borso 800mila euro. Ci sono poi i lavori ad alta priorità. Per un totale di 17,7 milioni. A partire dalla sistemazione dei piloni del ponte di Vidor, che scavalca il Piave. Per questo servono 12 milioni di euro. In attesa della costruzione di un nuovo ponte a valle dell’esistente, opera definita di priorità media. Veneto Strade ha messo nero su bianco uno studio di fattibilità. Si tratta di un’operazione da 40 milioni tondi tondi. Tra gli interventi ad alta priorità ci sono anche quelli previsti per la protezione della provinciale “Dorsale del Grappa” a Paderno, seguiti dai progetti di consolidamento di tre ponti: quello della provinciale Zermanesa, sopra il Sile, a Casale, il ponte sul torrente Teva a Vidor e quello sul fiume Soligo a Susegana. L’elenco stilato dalla Provincia si chiude con gli interventi di priorità media: oltre al progetto del nuovo ponte sul Piave da 40 milioni, c’è il consolidamento di quello sul Livenza a Meduna e dei due sul canale Brentella a Pederobba. “Malgrado il limitato tempo a disposizione, abbiamo individuato i principali interventi ritenuti necessari e prioritari nel nostro territorio – spiega il presidente Stefano Marcon – pur non riscontrando imminenti pericoli per la sicurezza, devo sottolineare come da tempo chiediamo che venga ridata alla Provincia la possibilità di realizzare interventi sulle infrastrutture, eliminando il prelievo forzoso sulle nostre entrate che dal 2015 ha raggiunto il 70% di quanto introitato”. Il 70% delle tasse che i trevigiani versano al Sant’Artemio, in altre parole, prende la strada di Roma. Effetti della mancata riforma degli enti provinciali. “Non chiediamo risorse ulteriori al governo – sottolinea il presidente – ma la possibilità che vengano mantenute e investite sul territorio tutte le risorse che i cittadini versano”. Nonostante le difficoltà, il Sant’Artemio non ha mai smesso di monitorare le proprie infrastrutture. “Ora è necessario che le opere individuate come prioritarie possano essere inserite almeno nella programmazione triennale degli interventi – detta Marcon – ed è anche necessario che ci venga concessa la possibilità di potenziare l’organico di tecnici, personale e operai, dopo che dal 2011 ad oggi ci è stato imposto non solo il blocco totale delle assunzioni ma anche la riduzione del 50% della dotazione organica”. “E sia chiaro – conclude – che gli interventi segnalati rappresentano esclusivamente le situazioni di criticità con priorità alta e non esauriscono certamente il fabbisogno manutentivo dei circa 1.200 chilometri di strade e degli oltre 300 ponti di competenza della Provincia”. 
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