Spv, apre oggi il tratto da Bassano a Montebelluna: «Artigiani soddisfatti ma servono incentivi e sconti sui pedaggi»

Giovedì 27 Maggio 2021 di Mattia Zanardo
Lo svincolo per l'uscita a Montebelluna
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TREVISO/BASSANO - Venerdì 28 maggio 2021: è la data di apertura al traffico del tratto della Pedemontana Veneta da Bassano del Grappa a Montebelluna. Quindi dopo le prime aperture di piccoli tratti nel Vicentino, da Bassano a Breganze e, più a ovest, in zona Malo e autostrada Valdastico (mancano poi i chilometri fino a Montecchio Maggiore, sulla A4) , ora si approda nel Trevigiano per il primo tratto della Spv nella Marca, che poi dovrà arrivare a Spresiano   «Questa inaugurazione rappresenta anche un segno verso il ritorno alla normalità», sottolinea Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Marca Trevigiana. 

Sartor, perché la Pedemontana è importante? 
«Il suo valore per la competitività del nostro territorio è fuor di dubbio.

Era necessario dare una velocità diversa alla mobilità di merci e persone di quest'area e collegarla al resto d'Europa». 

Ne beneficeranno solo le imprese? 
«Penso anche al turismo. Oggi, per il turista, la distanza è una variabile secondaria rispetto alla velocità di percorrenza. Se in due ore, con un volo charter, può andare sul Mar Rosso, difficilmente sceglierà di mettercene sei per raggiungere le spiagge o le montagne venete o, perché no, l'Asolano e le Colline del prosecco». 

 

Il deficit infrastrutturale viene risolto? 
«Per le medie percorrenze è già efficace, consentendo di andare in molto meno tempo da Vicenza a Montebelluna. Però servono altre opere. Diciamo che con il passante e la Pedemontana, i collegamenti Est- Ovest sono garantiti. Ora bisogna rafforzare gli assi perpendicolari verso Nord».

Dunque, verso l'Austria e la Germania. 
«La Germania resta il primo partner economico per il nostro sistema manifatturiero, ma sono essenziali anche per portare qui i turisti dall'Europa centro-settentrionale. Perciò, oltre al previsto raccordo con l'A27, sono necessari collegamenti Sud- Nord, da Castelfranco verso Trento, con la ricalibratura della Valsugana e quello , tramite la Feltrina, quello verso Feltre e poi ancora verso il Trentino e, ma anche, dall'altra parte, verso Belluno e le Dolomiti. Senza dimenticare il completamento della direttrice verso il Friuli e la Carnia». 

E per la viabilità locale? 
«Con un casello ogni sei chilometri, può drenare traffico dalla viabilità ordinaria, ma deve essere resa appetibile. Per questo i residenti o anche i piccoli imprenditori devono essere incentivati ad utilizzarla, ad esempio con forme di abbonamento a tariffe scontate». 

Ma l'impatto ambientale è giustificato? 
«Come per tutte le grandi infrastrutture l'impatto c'è e non potrà essere compensato del tutto. Però, potrà alleggerire il traffico sulle strade locali, oggi molto intasante, come ben sa chiunque percorre, ad esempio, la Schiavonesca o la Postumia. Meno code non significano solo un risparmio di tempo, ma anche un minor inquinamento». 

Chiedete anche di ripensare gli insediamenti attorno ai caselli principali. 
«In un momento si discute ad esempio di un polo di Amazon a Casale o Roncade, serve riprendere una programmazione urbanistica a scala ampia. Altrimenti rischiamo di risolvere un problema di traffico, ma di crearne un altro».

Non si punta troppo sulla gomma? 
«Infatti non servono solo le strade. Con il Recovery Plan, che ha una spinta green, fortunatamente dovrebbe accelerare anche il completamento dell'alta capacità ferroviaria da Milano a Mestre. E poi non dimentichiamoci gli aeroporti Marco Polo e Canova. Stiamo andando verso un'intermodalità per facilitare le relazioni per merci e persone». 

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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