Svincoli della Pedemontana: «Il nuovo ponte di Vidor adesso è fondamentale»

Domenica 18 Aprile 2021 di Laura Bon
L'attuale ponte di Vidor sul Piave

VALDOBBIADENE - L’apertura della Pedemontana, nel tratto di 35 chilometri compreso fra Bassano ovest e Montebelluna est, è, per il sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese e per quello di Cornuda Claudio Sartor, un’ottima notizia. Che però, per essere tale a tutti gli effetti, ha bisogno di un’adeguata viabilità di adduzione. In particolare, del nuovo ponte di Vidor, sul quale peserà un maggiore carico di veicoli provenienti da nord. «Accogliamo con giubilo - dicono i due primi cittadini - la notizia dell’apertura della Pedemontana Veneta nel tratto tra Montebelluna e Bassano, che permetterà alla nostra area di interconnettersi con le principali vie di comunicazione. Una notizia che il territorio attende da trent’anni. Ma la prevista apertura degli svincoli di Montebelluna Ovest ed Est, comporterà anche un maggior afflusso di mezzi provenienti dal Bellunese e dal Feltrino e naturalmente dal Quartier del Piave, di conseguenza accentuando il carico sul Ponte di Vidor». Per questo «sul nuovo ponte basta andare a passo di lumaca». 
LE RAGIONI
«Valdobbiadene - dice Fregonese - ha già riapprovato martedì in giunta il protocollo di intesa tra la Provincia di Treviso, Veneto Strade e i Comuni di Cornuda, Crocetta, Pederobba, Valdobbiadene e Vidor per la progettazione definitiva della “Nuova viabilità di collegamento della destra e sinistra Piave alla Superstrada Pedemontana Veneta”, a testimonianza di quanto consideri il nuovo ponte sul Piave opera strategica e improcrastinabile. Anche Valdobbiadene nel 2015 aveva fatto osservazioni al progetto preliminare chiedendo che nella progettazione definitiva si tenesse anche in considerazione la valutazione di un possibile declassamento della SP2 a Bigolino per far sì che buona parte del traffico pesante non attraversi il centro della frazione ma rimanga in Feltrina e venga deviato verso il futuro ponte sul Piave nel caso in cui debba dirigersi verso il coneglianese oppure rimanga in Feltrina se deve dirigersi verso il montebellunese». Uno scenario di fronte al quale la costruzione di una nuova infrastruttura che colleghi la destra e la sinistra Piave diventa essenziale.
L’AUSPICIO
«Siamo un’area centrale per l’economia della regione - dice il sindaco di Cornuda - con un comparto agricolo da primato e una promozione turistica di livello internazionale sancita con l’assegnazione della denominazione di Patrimonio Unesco per le colline del Prosecco. Non possiamo più permetterci che un incidente, una nevicata o altro evento mandi in tilt la viabilità provocando code chilometriche, disagi e ritardi». E ricorda: «Dall’estate scorsa sono stati finanziati 250mila euro dalla Provincia e 200mila dalla Regione, per redigere la progettazione definitiva e lo studio di impatto ambientale». Nei prossimi giorni, poi, «le Giunte comunali dovranno tornare ad approvare l’aggiornato Protocollo di intesa (quello già approvato da Valdobbiadene, nda). Speriamo che si inizi ad andare avanti spediti verso la programmazione di quest’opera, senza tentennamenti, particolarismi e senza prestare il fianco ai soliti apolegeti del No».
 

Ultimo aggiornamento: 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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