Conegliano, pochi nefrologi e servizi ridotti: tutte le visite dirottate su Montebelluna

Mercoledì 28 Giugno 2023 di Mauro Favaro
Allarme per Nefrologia che a Conegliano conta su tre medici

CONEGLIANO - Allarme nefrologia. La mancanza di medici ha spinto l’Usl della Marca a tagliare le attività del reparto nell’ospedale di Conegliano. Le urgenze vengono sempre garantite. Per tutto il resto, però, i pazienti con problemi ai reni vengono dirottati a Montebelluna. Il punto è che qui ad oggi non risultano esserci posti liberi. «Ci viene detto di chiamare il Cup di Asolo – rivelano i pazienti che stanno cercando di prenotare anche solo una visita di controllo – ma poi emerge che non ci sono date disponibili per un appuntamento e che verremo richiamati, perché non sanno quando potranno essercene».

IN TRASFERTA FUORI REGIONE

Alcuni, invece di aspettare senza riferimenti, hanno risolto andando fuori provincia e fuori regione. Chi si è rivolto al Cup dell’ospedale di Pordenone, infatti, ha potuto fissare la prestazione. Sono comunque previsti due mesi di attesa. Ma almeno c’è un orizzonte. L’unità di nefrologia dell’ospedale di Conegliano, diretta da Giuseppe Roberto Palminteri, sta vivendo una situazione complessa. Alla fine dell’anno scorso era già stato necessario rivedere temporaneamente i turni per le dialisi. Non è bastato. Il reparto poteva contare su cinque medici. Uno, purtroppo, è mancato a causa di un malore mentre era alla guida della sua auto. E le rotazioni imposte oggi dal piano ferie dell’azienda sanitaria, per consentire agli specialisti di staccare la spina almeno un po’, hanno ridotto l’equipe ai minimi termini. Tanto che è stato appunto necessario prevedere il dirottamento dei casi non urgenti negli ospedali del distretto di Asolo. «Sostanzialmente sono rimasti tre medici – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – non è che la nefrologia di Conegliano sia chiusa. Anzi. Con i tre medici, compreso il primario, garantiamo l’attività di dialisi, ovviamente il ricovero delle persone in caso di necessità, le visite alle persone che hanno subito il trapianto, quelle ai pazienti più fragili e le prestazioni con priorità U e B».

SOLO LE URGENZE

La classe U, urgente, indica che la prestazione deve essere erogata entro 24 ore dalla prescrizione. La B, breve, entro 10 giorni. Il resto viene spedito a Montebelluna. A conti fatti, quindi, le trasferte da oltre 30 chilometri riguardano i pazienti che devono fare visite di controllo o prime visite con priorità D e P, cioè rispettivamente differibili (entro 30 giorni) e programmabili (entro 60 o 90 giorni in base all’indicazione del medico che ha firmato la prescrizione). «Capita anche altrove che i pazienti vengano mandati dagli ospedali spoke (quelli sparsi per la provincia, ndr) all’ospedale di riferimento – specifica il direttore generale – noi, invece, per agevolare le cose abbiamo deciso di mandarli temporaneamente a Montebelluna». Qui è stato allestito un ambulatorio che funziona per due pomeriggi a settimana, con specialisti in nefrologia aggiuntivi che arrivano dagli ospedali di Treviso e Castelfranco per dare una mano. «A Montebelluna vengono sostanzialmente presi in carico i pazienti con prenotano la prima visita con il Cup – sottolinea Benazzi – se poi emergono delle urgenze, come la necessità di fare dialisi, il riferimento torna ovviamente a essere l’ospedale di Conegliano». A quanto pare non c’era altro modo per dare ai medici e al personale la possibilità di andare in ferie. Il rovescio della medaglia è che a Montebelluna si forma un imbuto. L’obiettivo è tornare a regime nel giro di quattro mesi. L’Usl spera di poter assumere almeno un paio di nefrologi attraverso il concorso che è già previsto tra ottobre e novembre. «Al momento non si trovano nefrologi: se ci fossero, li avremmo già assunti – conclude Benazzi – ma comunque continuiamo a garantire tutte le urgenze, tutte le dialisi, tutti i ricoveri e le visite ai più fragili sempre a Conegliano».

Ultimo aggiornamento: 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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