Elisa, la Casa degli angeli e il corso ad Asiago: «Se non l'avesse rinviato sarebbe viva»

Venerdì 25 Giugno 2021 di Elena Filini
Elisa Campeol uccisa a 35 anni

PIEVE DI SOLIGO - «Sento che gli angeli mi guidano verso questo percorso». Martedì, il 22 giugno, il giorno prima della sua morte, Elisa Campeol avrebbe dovuto iniziare il corso di formazione olistica al centro di medicina e guarigione “La casa degli angeli” di Asiago.

Ma, tre giorni fa, aveva inviato una mail spiegando che per questioni economiche non poteva iscriversi. «Era dispiaciuta, mi ha chiesto quando fosse il corso successivo. Se fosse stata qui non sarebbe morta»,  spiega con un filo di voce Bruna Maria Rosa.

LA GURU
«Non posso crederci. Sono qui con le ragazze del corso, proprio stamattina abbiamo parlato di Elisa. È un dolore enorme». Bruna gestisce sull’altopiano di Asiago un centro olistico di guarigione e medicina alternativa. La disciplina pratica l’allineamento divino della colonna vertebrale attraverso la tecnica del canale di luce. Vi  arrivano molte persone che desiderano cambiare vita, ritrovare l’equilibrio. Nella sua rivoluzione spirituale, la 35enne barista di Pieve di Soligo aveva incontrato la tecnica dell’allineamento. Elisa si era rivolta al centro per la prima volta a ottobre. «Mi scriveva di frequente – spiega Bruna –, all’inizio mi aveva chiesto una consulenza professionale perché riteneva di avere una leggera paresi alla fronte. Questo blocco le conferiva, a suo dire, un’espressione corrucciata che la metteva a disagio». Oltre al problema specifico però, Elisa aveva scelto di cambiare vita e di sperimentare la strada dei trattamenti olistici, partendo anche dagli studi di estetista fatti in gioventù. Prima di gestire il bar di famiglia che era intestato a lei, aveva lavorato al centro Bennet di Pieve e preso il diploma professionale di estetista. Da lì voleva ripartire usando però trattamenti e massaggi per un benessere globale. «Il lockdown ha rallentato tutti i corsi: abbiamo dovuto attendere. A maggio si è svolto il primo corso e mercoledì è iniziato il secondo, a cui doveva prendere parte». Bruna racconta di come nei mesi bui della pandemia Elisa si fosse avvicinata alle discipline del centro: «Voleva cambiare vita, voleva mettere la sua anima al servizio degli altri, a cominciare dalla sua famiglia».

IL PARROCO
«Ho pregato con i genitori di Elisa. E ho spiegato loro che devono cercare di avere fede e speranza. Delle due famiglie, quella dell’assassino è quella che ora sta vivendo l’ora più cupa». Così monsignor Giuseppe Nadal, arciprete di Pieve, ha voluto portare il proprio conforto ai Campeol. «Conoscevo bene la nonna, la mamma di Eligio, ci riunivamo per i suoi compleanni. Ha avuto 7 figli, erano una famiglia numerosa. Ieri sono andato dalla famiglia e, su loro desiderio, ho pregato».

IL GRETO DEL PIAVE
Sole a picco, afa. E il solo rumore delle mosche. L’Isola dei morti era deserta 24 ore dopo il delitto. L’auto di Elisa, una 500, è stata rimossa dal parcheggio. Una foresteria deserta (dove Fabrizio potrebbe aver trascorso la notte), poi il monumento ai Caduti e infine lo stretto sentiero verso il fiume. Elisa aveva fatto mille volte quel tragitto, con il lettino e lo zaino. Poi si era sdraiata al sole. Lì chiedere aiuto è impossibile. Come è impossibile fuggire. Fabrizio l’ha colpita alle spalle, la donna ha reagito disperatamente e quando lui ha smesso di infierire, ha continuato a lottare. I soccorritori hanno cercato di rianimarla per oltre mezz’ora. Purtroppo inutilmente. 

Ultimo aggiornamento: 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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