Moderno, ma antico e resistente: nasce il prosecco del futuro

Giovedì 20 Ottobre 2022 di Elena Filini
Moderno, ma antico e resistente: nasce il prosecco del futuro

VALDOBBIADENE - Ci vuole coraggio a mostrare le ferite. Vedere un'intera riva dove al posto dei vigneti ci sono solo pali in castagno fa quasi male. Sulla carta è il luogo peggiore per iniziare un viaggio enologico, mentre invece l'empatia generata dalla sfida è forte. Perché proprio da questo impasse parte un viaggio per raccontare, in tre luoghi simbolo, una nuova idea di prosecco superiore. «Vede il bosco? È da lì che si inocula la flavescenza dorata. Per tre anni abbiamo piantato e ripiantato le barbatelle, poi abbiamo detto basta e ci siamo decisi per l'estirpo». Lino Scaravonati, a capo della produzione del gruppo Bisol 1542, racconta come una riva che sembrava maledetta da dilavamenti e dagli attacchi dello scaphoideus titanus (la cicalina della flavescenza), possa invece diventare un laboratorio per le bollicine del futuro.
Rive di Campea: qui sta nascendo il vigneto originario, un impianto che ritornerà alla ratio dei padri.

Oltre alla glera tonda, nello stesso habitat saranno piantati il verdiso poi l'introvabile perera e la bianchetta. Quel prezioso 15% che costituisce il prosecco originario.


LE ORIGINI
«Vogliamo creare un prosecco moderno, dove il taglio è realizzato direttamente in campagna. Selezioneremo le partite di uva in vigneto e vinificheremo queste uve insieme». Cinque anni di tempo per la prima vendemmia, ma i lavori inizieranno a novembre. Alla base della riva verrà piantato il vigneto contemporaneo, composto di glera tonda con pali in castagno, poi nella fascia di centro sarà realizzato il vigneto storico con i pali in acacia e i cloni storici di prosecco. Sui ciglioni più alti ecco il vigneto armonico in cui si pianteranno i vitigni che danno la dimensione verticale al vino. «Dall'alto - riprende Scaravonati - i cosiddetti complementari: verdiso nella fascia alta che rappresenta il fattore balsamico, poi la perera che rappresenta il fattore speciale ma è la più attaccabile dalla flavescenza, e più in basso ci sarà la bianchetta (l'elemento gentile del prosecco) mentre dell'ultima fascia avremo la glera lunga».
Infine, nella parte di irta e inaccessibile ecco il vigneto prospettivo. «È il sogno del prosecco del futuro: un vino che sia massimamente resistente al tema del cambiamento climatico». Il sogno, in parte, in cantina è già diventato realtà con un prosecco composto al 100% di glera, che abbassa il grado alcolico a 10,5 (attitudine molto gradita a giovani e pubblico straniero) perché è fermentato con mosto e senza aggiunta di zuccheri. Per realizzarlo si sono scelti i grappoli migliori di 21 vitigni nell'area del Conegliano Valdobbiadene Docg. In futuro di aggiungerà quel prezioso 15% derivato dalle varietà complementari, che riposeranno nella stessa riva della glera. «Ci piaceva pensare che dentro questo orizzonte ci fosse anche un vino che raccordi il paesaggio collinare a Venezia ribadendo un forte legame storico». Così Bisol racconta un viaggio alla ricerca di connessioni e identità che conduce, ed era nelle premesse, direttamente alla Dominante. Perchè il millesimato 100% glera di Bisol 1542 è dedicato ai gondolieri, i vogatori cantori della Laguna. Jena cerca di intonare una romanza mentre, con più efficacia, le sue braccia tagliano il reticolato d'acque. È uno degli iscritti all'associazione, corporazione millenaria e orgogliosa di cui Andrea Balbi è presidente. «Slow, a basso impatto, ed eroico come eroiche sono le colline che producono le uve - spiega - siamo orgogliosi di un prosecco che celebri il nostro lavoro, custode di Venezia e delle sue tradizioni». Ultimo atto: terrazza dell'hotel Gritti, un leggero caigo ricorda che nonostante le temperature torride del pomeriggio, sarebbe pur sempre autunno. «Desideravamo rendere ancora più stretto il nostro legame con Venezia, simbolo della cultura veneta e di un patrimonio di arti e mestieri da celebrare, ma insieme da tutelare ha sintetizzato Matteo Lunelli, ceo del Gruppo Lunelli di cui Bisol 1542 è parte. L'etichetta, infine, è una piccola opera d'arte: un acquarello realizzato dai creativi MimiCoco, parte di quel movimento di creativi che abbandonano le grandi città e trovano spazi e ispirazione in provincia. Dall'Emilia a Cison di Valmarino, in piena core zone Colline Unesco.
 

Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 11:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci