Dalle bombe ai pannelli solari, la nuova vita dell’area ex Simmel di Castagnole

Martedì 15 Agosto 2023 di Mauro Favaro
Dalle bombe ai pannelli solari, la nuova vita dell’area ex Simmel di Castagnole

PAESE (TREVISO) - Da fabbrica di bombe a maxi impianto fotovoltaico a terra, fulcro della prima “hydrogen valley” del Veneto. Il tutto passando per il precedente tentativo di trasformarla in un nuovo quartiere con oltre 2mila abitanti, definitivamente archiviato. È questa l’evoluzione vissuta dall’area ex Simmel di Castagnole nel giro di cent’anni. Il progetto messo a punto dalla Green Factory Srl (90% di Ascopiave e 10% di Mom) ora è arrivato in Regione per la valutazione ambientale strategica. L’obiettivo è realizzare un nuovo impianto fotovoltaico su 430mila metri quadrati (potenza di picco di 28 Mwp) in grado di far funzionare anche 20 colonnine per ricaricare 40 autobus elettrici, facendoli di fatto girare grazie all’energia derivante dal sole e dall’acqua, e allo stesso tempo un elettrolizzatore per rifornire il primo distributore di idrogeno della Marca. L’investimento totale supera i 60 milioni di euro. Si punta a far entrare in funzione il nuovo polo dell’energia rinnovabile nel giro di 2 anni. È il segno di una nuova epoca.


LA STORIA
L’ex Simmel aveva iniziato a prendere forma lungo la strada Feltrina attorno al 1917, all’epoca della disfatta di Caporetto nella Prima guerra mondiale. All’inizio come deposito di munizioni a sostegno del fronte e poi, dopo la fine del conflitto, come riferimento per il recupero di tutto il materiale bellico, compreso quello austriaco. La produzione di armi iniziò nel 1927 con l’arrivo a Castagnole della ditta Marnati&Larizza. Fu un crescendo, fino al picco massimo durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1948, di seguito, nacque il nome Simmel: Società industrie meccaniche Marnati e Larizza. Poi passò alcune volte di mano: Breda Fucine, Massay Ferguson Landini e Snia Viscosa. «Lasciando invariate la denominazione e la sede legale -si legge nella relazione per la variante urbanistica- in questo periodo si apre una stagione promettente. La produzione principale sono le munizioni». Complice la fine della guerra fredda, il crollo iniziò nel 1986. In pochi anni si scese da 1.238 lavoratori a 139. A chiudere il cerchio, nel 1995 il complesso immobiliare fu ceduta alla Fiat componenti e impianti per l’energia e l’industria Spa.


LA RIQUALIFICAZIONE
Nel 1996 il Comune di Paese fissò come obiettivo la riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale di tutta l’area, senza tralasciare i vecchi bunker. Dal 2003 la società costruttrice Emerald Spa avrebbe dovuto rilanciare la zona lungo la Feltrina, tra l’incrocio da Oro e l’Alìper costruendo edifici per un totale di quasi 580mila metri cubi. Si prevedeva l’arrivo di oltre 2.300 residenti. Ma poi l’operazione finì nelle secche della crisi immobiliare. E arrivò il concordato. Ad oggi è stato realizzato solo il 14,5% di quanto inizialmente previsto (84mila metri cubi). Dopo 6 tentativi di vendere l’area andati deserti, nell’asta dell’anno scorso è stata prevista la possibilità di presentare anche una proposta di variante urbanistica per definire un nuovo accordo-pubblico privato.


MAXI IMPIANTO
È qui che si è inserita Green Factory. La società si è aggiudicata l’area per 5 milioni. Parallelamente è stato messo a punto il piano per la costruzione del nuovo maxi impianto fotovoltaico, cancellando quasi tutta l’edificabilità che era stata prevista. Per la giunta del sindaco Katia Uberti è un’occasione d’oro. L’accordo è destinato a risolvere il nodo di uno dei più grandi buchi di Paese. Non solo. La società verserà al Comune 3,2 milioni di euro tra il plus-valore (2,3 milioni) e l’acquisto di aree di proprietà del municipio (886mila euro). Senza contare il completamento della viabilità (per 783mila euro) e il saldo di 1,4 milioni di Imu arretrata. Inoltre il centro infanzia di Castagnole (nido comunale e materna statale), che sorge proprio nell’ex Simmel, potrà contare sulla fornitura di energia elettrica in modo diretto, senza più bollette, per i prossimi vent’anni. E adesso, con l’avvio della procedura di valutazione ambientale strategica, si inizia a passare dal progetto generale alla definizione concreta.

Ultimo aggiornamento: 12:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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