Vandali no-vax, al setaccio telecamere e gruppi social

Martedì 11 Gennaio 2022 di Maria Elena Pattaro
Vandali no-vax, al setaccio telecamere e gruppi social
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CASIER (TREVISO) - Controlli rafforzati, indagini serrate e solidarietà ai bersagli presi di mira. Questi gli strumenti messi in campo per arginare una protesta di stampo anti-vaccinista che negli ultimi giorni in Veneto è sfociata nell'ennesimo raid vandalico contro un centro tamponi e in pesanti minacce al governatore Luca Zaia. «Siamo nel mirino», afferma Francesco Benazzi, direttore generale dell'Ulss 2 Marca Trevigiana, riferendosi al vandalismo di sabato notte al centro tamponi di Dosson di Casier, struttura riservata allo screening scolastico. I vandali hanno tentato di scassinare il container dell'accettazione e ne hanno rotto una finestra, hanno rimosso diversi cartelli segnaletici per poi rubare un estintore dalla vicina tensostruttura e lanciare alcune transenne nel fosso. Un gesto che ha tutta l'aria di un tentativo di sabotaggio. Nella Marca è il quarto episodio in un mese. A inizio dicembre erano stati vandalizzati i bagni del centro vaccinale dell'ex Maber di Villorba.

Due settimane dopo era toccato al centro tamponi di Altivole, dove una quadro elettrico era stato messo fuori uso. Una decina di giorni fa una bombola di gpl (con un residuo di gas) aveva fatto la sua comparsa nel parcheggio dell'ex Maber. Troppi episodi e per giunta ravvicinati per essere semplici coincidenze.


CONTROLLI E INDAGINI

Motivo per cui le forze dell'ordine hanno intensificato i controlli nel centri vaccinali e nei punti tamponi per scongiurare altri episodi. I recenti attacchi non si esclude possano essere riconducibili a una stessa azione di protesta. Gli inquirenti indagano soprattutto sul mondo No vax, pur in assenza di rivendicazioni. Al setaccio non soltanto le telecamere di sorveglianza ma anche chat, pagine e gruppi social di stampo anti-vaccinista, a maggior ragione con la nuova stretta sulle misure anti Covid. Il denominatore comune ai quattro attacchi è il fatto di essere stati messi in atto in punti sprovvisti di telecamere. In tre casi, al vaglio dei carabinieri, si tratta di atti vandalici. Chi li ha compiuti puntava probabilmente a sabotare l'attività delle strutture. L'abbandono della bombola, su cui indaga la Digos, è stato inquadrato invece come atto intimidatorio tanto che la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per minacce.


MINACCE E SOLIDARIETÀ

A proposito di minacce: anche il governatore Luca Zaia è tornato nel mirino. «Zaia mafia della morte» è la scritta trovata domenica mattina a Venezia, vicino agli uffici dell'Ulss 3 Serenissima. Un attacco «vergognoso e inammissibile» secondo Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto e Mario Conte, sindaco di Treviso nonché presidente regionale di Anci, che esprimono solidarietà al governatore e condannano i vandalismi. «Sono certo che in Veneto le istituzioni non arretreranno - conclude Conte - ma continueranno a fare squadra per il bene della comunità».

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