Aperta un'indagine anche sulle intimidazioni al presidente del Veneto Luca Zaia

Venerdì 10 Settembre 2021
Aperta un'indagine anche sulle intimidazioni al presidente del Veneto Luca Zaia

Non solo le chat Telegram alla ricerca di auto-proclamatisi Masanielli anti-vaccini e anti-pass, come svelato dall'inchiesta della procura di Milano che ieri ha portato a una serie di perquisizioni (due in Veneto, a Salzano e Mestrino) nei confronti di chi istigava ad azioni violente nel canale I guerrieri. Perché la polizia postale del Veneto e la Digos stanno lavorando a una seconda inchiesta, di fatto parallela a quella svelata ieri a Milano. L'indagine - che vede già i primi nomi iscritti nel registro degli indagati - riguarda le minacce e le offese al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sempre più nel mirino degli odiatori seriali da tastiera per le sue posizioni a favore dei vaccini e - è l'accusa del popolo delle chat - per aver prestato il fianco a chi parlava di pandemia in riferimento al Covid-19.

Un virus, a detta loro, che se proprio va bene nemmeno esiste.


SOTTO OSSERVAZIONE

È scandagliando le chat, scoprendo i nomi e da qui i profili e i passati di chi scrive che Postale e Digos stanno risalendo agli autori degli scritti contro Zaia. Sotto osservazione ci sono tutti i canali social del governatore, da Twitter a Facebook, così come le chat che parlano di coronavirus: Basta dittatura su tutte. E che le minacce siano un compagno quotidiano lo aveva detto lo stesso Zaia a inizio settembre, durante uno degli appuntamenti stampa alla Protezione civile di Marghera. «C'è troppa tensione», aveva esordito il presidente del Veneto, alimentata dai contestatori del vaccino e del Green pass: «Le parole di alcuni e le gesta di pochi non fanno onore di certo a chi non si è vaccinato, perché le aggressioni vanno assolutamente censurate e condannate, senza se e senza ma. Mi riferisco alle aggressioni in generale, pensiamo solo a tutti noi amministratori cosa abbiamo subìto fin dal primo giorno. Credo che anche l'ultimo sindaco del Comune più piccolo potrebbe mostrare le lettere anonime con le minacce ricevute. Non lo comunico ai giornali, però è un fenomeno ormai quotidiano, anche per me».


Oltre all'inchiesta sull'odio e le minacce che i social hanno riservato a Zaia, gli attacchi al governatore sono al centro di un altro fascicolo di indagine aperto dalla procura di Treviso a dicembre, quando la tensione attorno al governatore si era fatta concreta.
Alle lettere minatorie ricevute a fine novembre 2020, per le quali il leghista aveva incassato la solidarietà trasversale del mondo politico e associativo, si erano aggiunte, sul finire dell'anno, sgradevoli incursioni sotto casa accompagnate da pesanti video sui social, che arrivavano a mostrare (e a spiegare nei dettagli) dove abita. Situazioni legate alla variegata galassia negazionista, no vax e indipendentista, su cui indaga la Digos, che hanno comportato un incremento delle misure di protezione nei suoi confronti. Un aspetto, quello dei video, che si intreccia con l'inchiesta della Postale sugli odiatori da tastiera e sulle loro chat.
N. Mun.

Ultimo aggiornamento: 18:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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