Allarme compensi in Motorizzazione, lo sfogo di un esaminatore: «Non mi pagano da 7 mesi e io ci metto i soldi della benzina»

Sabato 20 Maggio 2023 di Mauro Favaro
Allarme compensi in Motorizzazione, lo sfogo di un esaminatore esterno: «Non mi pagano da 7 mesi e io ci metto i soldi per la benzina»

TREVISO - «Il vero problema è che gli esaminatori esterni che collaborano con la Motorizzazione per il rilascio delle patenti non vengono pagati. Sono 7 mesi che non vedo un euro.

E nel frattempo continuo a mettere soldi miei per raggiungere in auto le varie sedi sparse nella provincia. Davanti a questo, ho deciso di fermarmi: non farò più l'attività extra». Simone, 47 anni, esaminatore esterno che collabora da quasi tre anni con la Motorizzazione di Treviso, lo dice con amarezza. I ritardi relativi a esami, rilascio patenti e revisioni sono arrivati anche a 5 mesi. Il problema ha radici profonde, in primis la carenza di personale. Ma non solo. Chi ha lavorato per coprire i buchi attraverso degli "straordinari", infatti, non è stato pagato in modo regolare. E adesso rinuncia.

IL RACCONTO

È proprio il caso di Simone. Lui, dipendente del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, lavora in un'altra provincia del Veneto. Dopo l'abilitazione, nel 2020 ha iniziato una collaborazione extra per dare una mano alla Motorizzazione di Treviso sul fronte degli esami. Il compenso? In teoria 9 euro all'ora. All'inizio i pagamenti erano stati più o meno puntuali, ogni due o tre mesi. «Ma adesso siamo fermi ad ottobre 2022 sottolinea il 47enne di conseguenza questo mese concluderò l'attività aggiuntiva». Non è l'unico in questa situazione. Il nodo non sta tanto a Treviso: il ritardo parte dal ministero. Fatto sta che è questo il quadro attuale. In tutto ciò la Motorizzazione ha messo nel mirino il taglio dei tempi d'attesa attraverso l'arrivo di 6 tecnici privati, con partita Iva, che entreranno in servizio come liberi professionisti (due sono già operativi). Questi ultimi contribuiranno in particolare a velocizzare le revisioni. Di conseguenza, come in un domino, si potranno recuperare 3 tecnici interni per gli esami. In più, c'è anche un esaminatore in pensione che ha accettato di tornare al lavoro. «Su questa base ha detto Leopoldo Matarazzo, direttore della Motorizzazione di Treviso prevediamo un netto miglioramento dei tempi di attesa a partire da luglio». Il problema dei ritardi nella pubblica amministrazione è sempre più evidente. Vale per patenti e revisioni così come per il rilascio di carte di identità, passaporti e così via.

L'APPELLO

Dai Comuni, all'Inps e all'Inail, fino al mondo della sanità. «Serve un piano straordinario per il reclutamento di personale. Risolvendo parallelamente i nodi che hanno reso il lavoro nel pubblico non più appetibile mette in chiaro Marta Casarin, segretaria generale della Fp Cgil di Treviso abbiamo già lanciato una raccolta di firme. Se non si corre ai ripari in fretta, si rischia di non riuscire più a garantire servizi pubblici fondamentali». Il primo pensiero va alle liste d'attesa negli ospedali. Ma in realtà non ci si ferma qui. Basti pensare che nel giro di dieci anni il numero dei dipendenti pubblici delle funzioni locali in provincia di Treviso (esclusa la sanità) è sceso da 4.682 a 3.930. Vuol dire 752 lavoratori in meno (-16%). A farne le spese sono stati soprattutto i Comuni. L'età media, poi, è salita da 42 anni a quasi 51. «Quasi il 40% delle persone in servizio ha più di 55 anni», sottolinea Casarin. Il caso della Motorizzazione è eclatante. Dieci anni fa nella sede di via Santa Barbara si contavano 60 dipendenti. Adesso si è a 30. Dimezzati. Tra l'altro non tutti sono abilitati per fare gli esaminatori. E solamente quattro sono sotto ai 50 anni. Si inserisce qui la richiesta avanzata dal sindacato per un piano straordinario dedicato alle assunzioni negli enti pubblici. «Risolvendo allo stesso tempo nodi cruciali come quelli delle retribuzioni e degli aspetti organizzativi: oggi i problemi nell'erogazione dei servizi mettono in difficoltà gli stessi lavoratori. E' poi necessario aumentare gli investimenti in tema di formazione. E va arginata la campagna denigratoria contro il sistema pubblico conclude Casarin ricordo che il contratto della pubblica amministrazione è già scaduto. E uno Stato che non rinnova il contratto ai propri dipendenti a fronte dell'inflazione e della perdita del potere d'acquisto lancia purtroppo un segnale molto chiaro. Serve una riflessione generale. Auspichiamo che anche la politica trevigiana possa fare la propria parte».

Ultimo aggiornamento: 15:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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