E' morto Antonio Carpenedo, il rivoluzionario del formaggio. Zaia: «Ha trasformato il mondo della produzione casearia»

Martedì 2 Aprile 2024 di Redazione Treviso
Antonio Carpenedo

POVEGLIANO (TREVISO) - C'è chi lo chiama rivoluzionario del formaggio. Il motivo? Ha semplicemente rivoluzionato il modo di pensare e vivere il mondo caseario. Se ne va dopo novant'anni vissuti dedicando le sue giornate e le sue energie al lavoro e alla famiglia Antonio Carpenedo, spentosi alla vigilia di Pasqua. Nella Marca è stato uno dei primi a sperimentare le tecniche di affinamento dei formatti, portando i suoi prodotti, dopo la produzione, a una qualità superiore e una gusto unico grazie alle diverse tipologie di stagionatura.

La tecnica

La svolta nel 1976 quando ripenrendeo una tecnica contadina, iniziata per necessità durante la Grande Guerra, produsse il primo formaggio "Ubriaco" e ne registrò pure il marchio inteso come metodo di affinamento e trasformazione gourmet dei formaggi, e di proprietà esclusiva dell’azienda. Da quel momento La Casearia Carpenedo divenne il primo laboratorio di affinamento caseario riconosciuto in Italia. Successivamente inventò il metodo T.U.T.A. acronimo che sta per Tempo, Umidità, Temperatura e Ambiente, una tecnica specifica che integra questi elementi essenziali per ottenere un prodotto di qualità superiore e con un gusto esclusivo. I formaggi li ha colorati, profumati, insaporiti. I suoi colori erano il mosto e il vino; il pepe o il fieno; il miele o la birra. «Antonio Carpenedo ha letteralmente scardinato dal di dentro l’universo caseario - spiegano dall'azienda di famiglia - e lo ha riempito di emozioni dando la possibilità a moltissimi interpreti nel mondo di creare nuovi formaggi e offrendo una nuova opportunità di impresa. Carpenedo può a ragione essere considerato un patrimonio culturale e gastronomico dell’umanità, un rivoluzionario della comunità internazionale del cibo».

La famiglia

Carpenedo lascia la sua musa ispiratrice, la moglie Giuseppina, che lo ha accompagnato per oltre 50 anni tra sacrifici e conquiste. Con lei, gli adorati figli Ernesto, Stefania e Alessandro che con lui hanno condiviso l’affetto di un padre e il sogno di un’impresa visionaria e le sue adorate nipoti.

Il cordoglio

«La lungimiranza di Antonio Carpenedo aveva profonde radici nelle tradizioni contadine della nostra terra. Ma era figlia anche di una visione moderna che lo ha portato a impreziosire la produzione casearia che da sempre ha accompagnato la nostra gente valorizzando metodi, tecniche e conservazione, ottenendo così prodotti gourmet che hanno sfidato i mercati più esigenti e raffinati. La sede di Camalò è diventata un laboratorio conosciuto a livello internazionale come riferimento per il mondo degli intenditori del formaggio, a conferma che la tradizione non è estranea all’innovazione e può essere un grande volano per l’affermazione sui mercati» le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. «Carpenedo è stato un grande testimone dell’imprenditoria agroalimentare trevigiana e veneta. In questo momento di dolore, esprimo la mia vicinanza e le mie condoglianze alla moglie, ai figli e ai suoi collaboratori.

A lui invio un pensiero».

Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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